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AN 5.2: Vitthara Sutta – Le forze

“Monaci, ci sono queste cinque forze per la pratica. Quali cinque? La forza della fede, la forza della coscienza, la forza della preoccupazione, la forza della persistenza e la forza della conoscenza.

E qual è la forza della fede? Quando un monaco, un discepolo dei nobili, ha fede, è convinto del Risveglio del Tathagata: ‘Realmente, il Beato è degno e risvegliato, completo nella conoscenza e nella condotta, un esperto del mondo, insuperato come maestro per quelle persone che vogliono essere istruite, maestro di esseri divini ed umani, risvegliato, sublime.’ Questa, monaci, è chiamata la forza della fede.

E qual è la forza della coscienza? Quando un discepolo dei nobili prova vergogna per la cattiva condotta fisica, verbale e mentale . Questa è chiamata la forza della coscienza.

E qual è la forza della preoccupazione? Quando un discepolo dei nobili si preoccupa per i frutti della cattiva condotta fisica, verbale e mentale. Questa è chiamata la forza della preoccupazione.

E qual è la forza della persistenza? Quando un monaco, un discepolo dei nobili, tiene la sua persistenza risvegliata per abbandonare le qualità mentali nocive ed assumere le qualità mentali salutari. Egli è costante, saldo nel suo sforzo, non evita i suoi doveri riguardo alle qualità mentali salutari. Questa è chiamata la forza della persistenza.

E qual è la forza della conoscenza? Quando un monaco, un discepolo dei nobili, conosce i fenomeni del sorgere e del cessare – con presenza mentale conduce alla fine il dolore. Questa è chiamata la forza della conoscenza.

Queste, monaci sono le cinque forze della pratica. Così dovete esercitarvi: ‘Noi saremo dotati della forza della fede durante la pratica; della forza della coscienza… della forza della preoccupazione… della forza della persistenza… della forza della conoscenza.’ Così dovete esercitarvi.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya