Un tempo il Buddha si trovava nella foresta di sal dei Mala a Upavattana, nei pressi di Kusinārā, al momento della sua ultima estinzione. Lì il Buddha si rivolse ai monaci: “Monaci!”
“Venerabile signore”, risposero i monaci. Il Buddha così disse:
“Se anche un solo monaco avesse dei dubbi o delle perplessità sul Buddha, sul Dhamma, sul Saṅgha, sul sentiero o sulla pratica, adesso è il momento di porre delle domande! Non pentitevene dopo, pensando: ‘Eravamo alla presenza del Maestro e non abbiamo potuto fare una domanda al Buddha.’” Dette queste parole, i monaci rimasero in silenzio.
Per una seconda volta il Buddha si rivolse ai monaci: … Per una seconda volta, i monaci rimasero in silenzio.
Per una terza volta il Buddha si rivolse ai monaci: … Per una terza volta, i monaci rimasero in silenzio.
Allora il Buddha disse ai monaci:
“Monaci, forse non chiedete per rispetto al Maestro. Quindi lasciate che un amico lo dica a un amico.”
Dette queste parole i monaci rimasero in silenzio. Allora il venerabile Ānanda disse al Buddha:
“È incredibile, signore, è incredibile! Sono abbastanza convinto che nessun monaco in questo Saṅgha abbia dei dubbi o delle perplessità sul Buddha, sul Dhamma, sul Saṅgha, sul sentiero o sulla pratica.”
“Ānanda, tu parli per fede. Ma il Tathagata sa che nessun monaco in questo Saṅgha ha dei dubbi o delle perplessità sul Buddha, sul Dhamma, sul Saṅgha, sul sentiero o sulla pratica. Anche l’ultimo di questi cinquecento monaci è un ‘colui-che-è-entrato-nella-corrente‘, non soggetto a rinascere negli inferi, destinato al risveglio.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya