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AN 4.244: Āpattibhaya Sutta – Trasgressioni

“Monaci, ci sono questi quattro pericoli per chi commette delle trasgressioni. Quali quattro?

(1) Supponiamo, monaci, che arrestino un ladro, un criminale, e lo mostrino al re, dicendo: ‘Vostra Maestà, costui è un ladro, un criminale. Che Vostra Maestà imponga una pena per lui.’ Il re direbbe loro: ‘Andate, signori, e legate saldamente le braccia di quest’uomo dietro la schiena con una robusta corda, rasategli la testa e portatelo in giro di strada in strada, di piazza in piazza, al suono nefasto di un tamburo. Poi portatelo fuori dalle mura attraverso la porta sud e decapitatelo a sud della città.’ Gli uomini del re eseguono gli ordini del re e decapitano quell’uomo a sud della città. Un uomo in disparte potrebbe pensare: ‘Ebbene, quest’uomo deve aver commesso un’azione malvagia, riprovevole, punibile con la decapitazione, in quanto gli uomini del re gli hanno legato strettamente le braccia dietro la schiena con una forte corda . . . e lo hanno decapitato a sud della città. In effetti, io non farei mai un’azione così malvagia, riprovevole, punibile con la decapitazione.’ Così, quando un monaco o una monaca ha stabilito una percezione così profonda del pericolo per quanto riguarda le trasgressioni pārājika, ci si può aspettare che chi non abbia mai commesso una trasgressione pārājika non la commetta; e che chi l’abbia commessa faccia ammenda in conformità con il Dhamma.

(2) Supponiamo, monaci, che un uomo si avvolga in una veste nera, si sciolga i capelli, e con un bastone in mano, dica a una grande folla di persone: ‘Degni signori, ho commesso un’azione malvagia, riprovevole, punibile con delle bastonate. Fate di me ciò che volete.’ Un uomo in piedi in disparte potrebbe pensare: ‘Ebbene, quest’uomo deve aver commesso un’azione malvagia, riprovevole, punibile con delle bastonate, in quanto si è avvolto in una veste nera, si è sciolto i capelli, si è messo un bastone tra le mani e dice a una grande folla di persone: ‘Degni signori, ho commesso un’azione malvagia, riprovevole, punibile con delle bastonate. Fate di me ciò che volete.’ In effetti, non dovrei mai fare un’azione così malvagia, riprovevole, punibile con delle bastonate.’ Così, quando un monaco o una monaca ha stabilito una percezione così profonda del pericolo per quanto riguarda le trasgressioni saṅghādisesa, ci si può aspettare che chi non abbia mai commesso una trasgressione saṅghādisesa non la commetta; e che chi l’abbia commessa faccia ammenda in conformità al Dhamma.

(3) Supponiamo, monaci, che un uomo si avvolga in una veste nera, si sciolga i capelli, si metta un sacco di cenere in spalla e dica a una grande folla di persone: ‘Degni signori, ho commesso un’azione cattiva, riprovevole, punibile con un sacco di cenere. Fate ciò che dovete fare.’ Un uomo in disparte potrebbe pensare: ‘Ebbene, quest’uomo deve aver commesso un’azione malvagia, riprovevole, punibile con un sacco di cenere, in quanto si è avvolto in una veste nera, si è sciolto i capelli, si è messo un sacco di cenere in spalla e dice a una grande folla di persone: ‘Degni signori, ho commesso un’azione cattiva, riprovevole, punibile con un sacco di cenere. Fate ciò che dovete fare.’ In effetti, non dovrei mai fare un’azione così malvagia, riprovevole, punibile con un sacco di cenere.’ Così, quando un monaco o una monaca ha stabilito una percezione così profonda del pericolo per quanto riguarda le trasgressioni pācittiya, ci si può aspettare che chi non abbia mai commesso una trasgressione pācittiya non la commetta; e che chi l’abbia commessa faccia ammenda in conformità al Dhamma.

(4) Supponiamo, monaci, che un uomo si avvolga in una veste nera, si sciolga i capelli e dica a una grande folla di persone: ‘Degni signori, ho commesso un’azione malvagia, riprovevole, biasimevole. Fate ciò che dovete fare.’ Un uomo in piedi in disparte potrebbe pensare: ‘Ebbene, quest’uomo deve aver commesso un’azione malvagia, riprovevole, biasimevole, in quanto si è avvolto in una veste nera, si è sciolto i capelli e dice a una grande folla di persone: ‘Degni signori, ho commesso un’azione malvagia, riprovevole, censurabile. Fate ciò che dovete fare.’ In effetti, non dovrei mai fare un’azione così malvagia, riprovevole, biasimevole.’ Così, quando un monaco o una monaca ha stabilito una percezione così profonda del pericolo per quanto riguarda le trasgressioni pāṭidesanīya, ci si può aspettare che chi non abbia mai commesso una trasgressione pāṭidesanīya non la commetta; e che chi l’abbia commessa faccia ammenda in conformità al Dhamma.
Questi, monaci, sono i quattro pericoli per chi commette delle trasgressioni.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya