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AN 4.11: Cara Sutta – Camminando

“Monaci, supponiamo che un monaco abbia un pensiero sensuale, maligno o crudele mentre cammina. Lo tollera e non lo abbandona, non se ne libera, non lo elimina né lo cancella. Quel monaco si dice che sia “non motivato o attento, indolente e privo di energia” quando cammina.

Supponiamo che un monaco abbia un pensiero sensuale, maligno o crudele mentre sta in piedi … è seduto … o è sdraiato quando è sveglio. Lo tollera e non lo abbandona, non se ne libera, non lo elimina né lo cancella. Quel monaco si dice che sia “non motivato o attento, indolente e privo di energia” quando è sdraiato ed è sveglio.

Supponiamo che un monaco abbia un pensiero sensuale, maligno o crudele mentre cammina. Non lo tollera, ma lo abbandona, se ne libera, lo elimina e lo cancella. Quel monaco si dice che sia
“attento e risoluto e colmo di energia” quando cammina.

Supponiamo che un monaco abbia un pensiero sensuale, maligno o crudele mentre sta in piedi … è seduto … o è sdraiato quando è sveglio. Non lo tollera, ma lo abbandona, se ne libera, lo elimina e lo cancella. Quel monaco si dice che sia “attento e risoluto e colmo di energia” quando è sdraiato ed è sveglio.”

Quando cammina o sta in piedi,
seduto o sdraiato,
se ha un pensiero nocivo
sulla vita laica,
è su un sentiero errato,
perso tra realtà che illudono.
Un tale monaco è incapace
di raggiungere il supremo risveglio.

Invece colui che, quando cammina o sta in piedi,
seduto o sdraiato,
ha calmato i suoi pensieri,
amando la pace della mente;
tale monaco è capace
di raggiungere il supremo risveglio.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato (SuttaCentral, 2018). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya