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AN 3.89: Sikkha Sutta – Pratiche (2)

“Ci sono queste tre pratiche. Quali tre? La pratica della virtù elevata, la pratica della mente elevata, la pratica della conoscenza elevata.

E qual è la pratica della virtù elevata? Quando un monaco è virtuoso. Segue le regole del Patimokkha, completo nel suo comportamento e nella sfera delle attività. Si esercita, avendo intrapreso la pratica raggiunge l’autocontrollo. Questa è chiamata la pratica della virtù elevata.

E qual è la pratica della mente elevata? Quando un monaco – controllando le proprietà dei suoi sensi e le qualità mentali nocive – entra e dimora nel primo jhana: estasi e piacere nati dal distacco, accompagnati dal pensiero sostenuto e dalla valutazione. Con il pensiero sostenuto e con la valutazione, egli entra e dimora nel secondo jhana: estasi e piaceri nate dalla calma, dall’unificazione della mente, libero dal pensiero sostenuto e dalla valutazione – consapevolmente calmo. Con l’evanescenza dell’estasi lui rimane in equanimità, attento e vigile, e fisicamente sensibile al piacere. Egli entra e dimora nel terzo jhana, di cui i Nobili dichiarano: “Equanime e consapevole egli ha una piacevole dimora.” Con l’abbandono del piacere e del dolore – con la prima scomparsa della preoccupazione e dell’angoscia – egli entra e dimora nel quarto jhana: purezza dell’equanimità e della consapevolezza, né piacere né dolore. Questa è chiamata la pratica della mente elevata.

E qual è la pratica della conoscenza elevata? Quando un monaco discerne come realmente è, e cioè: ‘Questo è dolore… Questa è l’origine del dolore .. Questa è la cessazione del dolore… Questo è il percorso di pratica che conduce alla cessazione del dolore.’ Questa è chiamata lla pratica della conoscenza elevata. Queste sono le tre pratiche.”

Virtù elevata,
mente elevata,
conoscenza elevata:
persistenti,
fermi,
costanti,
assorti nei jhana,
attenti,
con facoltà guardinghe
dovete praticare –
come davanti,
così dietro;
come dietro,
così davanti;
come sotto,
così sopra;
come sopra,
così sotto;
come di giorno,
così di notte;
come di notte,
così di giorno;
conquistando tutte le direzioni
con concentrazione illimitata.

Questa è chiamata
la pratica pura,
come il modo puro di vivere.
[Seguendola] vieni chiamato
risvegliato nel mondo,
illuminato,
uno che ha concluso il percorso
fino alla fine.

Con la cessazione della coscienza sensoria
liberato dalla brama,
la liberazione della consapevolezza
di colui che si è distaccato dalla brama,
come la luce accesa
di una fiamma.

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya