Il Ven. Ananda si recò dal Beato ed, ivi giunto, dopo averlo salutato con riverenza, si sedette a lato. Appena seduto, chiese al Beato: “Signore, questa parola “divenire, divenire” – sin dove esiste il divenire?” (Si noti che il Buddha invece di dare una definizione del divenire (bhava) in risposta a tale domanda, semplicemente spiega che il divenire avviene su tre livelli. In nessun sutta egli spiega il termine “divenire”, ma esaminando come viene usato il termine in vari contesti si può supporre che significa un senso di identità in un mondo d’esperienza personale; il senso di ciò che siete, focalizzato su un particolare desiderio, in un mondo personalizzato su quel desiderio. In altre parole, è sia un concetto psicologico che cosmologico.).
“Ananda, se non ci fosse alcun kamma che maturi nella proprietà della sensualità, il divenire della sensualità sarebbe percepito?”
“No, signore.”
“Quindi il kamma è il campo, la coscienza il seme e la brama l’umidità.”
(In questa analogia, “kamma” significa apparentemente l’intenzione ed il risultato dell’intenzione, passata e presente.
Ciò coprirebbe i sei organi di senso (SN 35.145), i primi quattro degli aggregati (SN 22.54), e i quattro nutrimenti per la coscienza (SN 12.64). Come suggerisce l’analogia, questi elementi di esperienza creano la successione di possibilità per un senso del divenire. Se il kamma passato e presente non contiene una particolare possibilità, un tipo di divenire corrispondente non può essere sviluppato. Gli unici divenire che si possono sperimentare sono quelli nella successione delle possibilità fornite dal kamma. La coscienza e la brama individuano una particolare opportunità da quelle possibilità che, attraverso il nutrimento della brama, si sviluppano in uno stato presente del divenire.)
Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Anguttara Nikaya