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AN 1.600-611: Amatavagga – Immortalità

600. Monaci, chi non pratica la presenza mentale sul corpo, non condivide l’immortalità, mentre chi pratica la presenza mentale sul corpo condivide l’immortalità. [La presenza mentale sul corpo “kāyagatāsati”. In questo sutta, la presenza mentale sul corpo è equiparata all’immortalità. La presenza mentale sul corpo non è altro che il controllo delle sei facoltà mentali. Il Beato ha spiegato che la liberazione con la conoscenza di “annāvimutti” è la liberazione che si prova quando le sue sei sfere di contatto mentale non suscitano sensazioni in nessuna circostanza. Quindi ciò è spiegato come immortalità `amatapadaṃ’ o ‘arahanship’ qui e ora.]

601. Monaci, chi non ha sperimentato la presenza mentale sul corpo non ha sperimentato l’immortalità, mentre chi ha sperimentato la presenza mentale sul corpo ha sperimentato l’immortalità.

602. Monaci, chi ha abbandonato la presenza mentale sul corpo ha abbandonato l’immortalità, mentre chi non ha abbandonato la presenza mentale sul corpo non ha abbandonato l’immortalità,

603. Monaci, chi ha sbagliato nella pratica della presenza mentale sul corpo non ha ottenuto l’immortalità, mentre chi possiede la presenza mentale sul corpo ottiene l’immortalità.

604. Monaci, chi è negligente nella presenza mentale sul corpo è negligente nell’immortalità, mentre chi è diligente nella presenza mentale è diligente nell’immortalità.

605. Monaci, chi ha dimenticato la presenza mentale sul corpo ha dimenticato l’immortalità, mentre chi non ha dimenticato la presenza mentale sul corpo non ha dimenticato l’immortalità.

606. Monaci, chi non ha praticato la presenza mentale sul corpo non ha praticato l’immortalità, mentre chi ha praticato la presenza mentale sul corpo ha praticato l’immortalità.

607. (come prima)

608. Monaci, chi non esercita con la presenza mentale sul corpo non esercita l’immortalità, mentre chi esercita la presenza mentale sul corpo esercita l’immortalità.

609. Monaci, chi non comprende con profonda conoscenza la presenza mentale sul corpo non possiede una profonda conoscenza dell’immortalità, mentre chi comprende la presenza mentale sul corpo comprende profondamente l’immortalità.

610. Monaci, chi non comprende totalmente la presenza mentale sul corpo non comprende totalmente l’immortalità, mentre chi comprende totalmente la presenza mentale sul corpo comprende totalmente l’immortalità.

611. Monaci, chi non ha realizzato la presenza mentale sul corpo non ha realizzato l’immortalità, mentre chi ha realizzato la presenza mentale sul corpo ha realizzato l’immortalità.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Upalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya