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Vv 1.17: Kesakārīvimānavatthu – Il palazzo di Kesakari

Devata:
Il mio palazzo è molto bello e splende in tutte le direzioni. I pilastri del palazzo sono fatti di gemme di berillo. Alberi dorati decorano il giardino circostante. Questo palazzo è opera delle mie azioni meritorie.

Sakka:
Centomila dee sono nate prima di te qui in questo palazzo per essere le tue ancelle. Ora ti piace la loro compagnia e i loro servigi. La luce della luna piena risplende e supera le stelle in luminosità. Lo stesso vale per te: risplendi brillantemente e superi tutte le altre dee. Il tuo aspetto è straordinario.

Tutti i deva nel paradiso di Tavatimsa, da me guidati, sono sopraffatti dal desiderio di ammirare il grande Brahma. Non possono fare a meno di ammirarlo. Così è anche il tuo aspetto. Tutti i deva ti ammirano. Per favore dimmi da dove vieni. In quale mondo vivevi prima di rinascere qui?

Devata:
O Sakka, ti dirò tutto. Nel mondo umano, c’è una città chiamata Baranasi nello stato di Kasi. Ero una donna in quella città e il mio nome era Kesakarika. Avevo grande fede nel Buddha Supremo, nel Dhamma e nel Nobile Sangha. La mia fede nella Triplice Gemma era incrollabile. Tutti i miei dubbi sono stati rimossi. Ho mantenuto i Cinque Precetti in modo molto puro e ho ottenuto il frutto dell’entrata-nella-corrente. Di conseguenza, sono prossima alla realizzazione del Nibbana.

Sakka:
Eccellente! Hai una grande fede nel Buddha Supremo, nel Dhamma e nel Nobile Sangha. La tua fede nella Triplice Gemma è incrollabile. Tutti i tuoi dubbi sono rimossi. Hai vissuto seguendo i Cinque Precetti in modo molto puro e hai ottenuto il frutto dell’entrata-nella-corrente. Di conseguenza, sei prossima alla realizzazione del Nibbana.
Devata, risplendi grazie alla tua pratica del Dhamma e al tuo seguito di dee. Sei ben accettata e ci rallegriamo della tua rinascita in questo mondo.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thera. Stories of Heavenly Mansions from the Vimanatthu © 2018 Mahamegha Publications Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoVimanavatthu