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Uv 9: Karmavarga – Karma

Per colui che oltrepassa il Dharma,
che mente e inganna gli esseri viventi,
che ha varcato il confine dell’altro mondo,
non esiste male che non osi compiere.

Meglio ingoiare una palla di ferro rovente,
ardente come una fiamma,
che un uomo senza virtù e indisciplinato
si nutra del cibo offerto dal regno.

Se temi il dolore,
se il dolore ti è sgradito,
non commettere azioni malvagie,
né in segreto né alla luce del sole.

Se compi o hai compiuto azioni malvagie,
non sfuggirai alla sofferenza,
nemmeno fuggendo in volo.

Non nel cielo, né in mezzo all’oceano,
non rifugiandosi nelle grotte delle montagne,
esiste un luogo sulla terra
dove l’azione malvagia non ti raggiunga.

Le azioni, buone e cattive,
non svaniscono con la morte.
Vengono incontro al loro tempo,
come un’ombra che non lascia.

Se vedi altri compiere il male,
non imitarli con la tua condotta.
Chi è legato alle azioni malvagie
ne subirà le conseguenze.

Coloro che con inganno e frode,
con azioni crudeli o violente,
danneggiano gli esseri viventi,
precipitano nell’abisso,
legati alle loro stesse azioni.

Qualunque azione l’uomo compia,
buona o malvagia,
ne erediterà il frutto,
perché il karma non svanisce.

Finché può, l’uomo ruba agli altri,
ma poi altri ruberanno a lui.
Il ladro sarà derubato,
così la ruota del karma gira.

Lo stolto, compiendo il male,
pensa: “Questo non mi riguarda!”
Ma dopo la morte conoscerà
la sorte di chi semina il male.

Lo stolto, compiendo il male,
pensa: “Non mi toccherà!”
Ma poi sperimenterà l’amaro frutto
delle sue stesse azioni.

Lo stolto che compie il male
non comprende la verità.
Il malvagio, per le sue stesse azioni,
arde come bruciato dal fuoco.

Gli stolti, privi di saggezza,
agiscono come nemici di se stessi,
commettendo azioni malvagie
che producono frutti amari.

Non è un’azione ben fatta
quella che, compiuta, genera rimorso,
quella di cui si piange il frutto
con il volto bagnato di lacrime.

Ma è un’azione ben fatta
quella che, compiuta, non lascia rimpianti,
quella il cui frutto si raccoglie
con gioia e serenità.

Ridendo, gli stolti compiono il male,
cercando il proprio piacere.
Ma poi, piangendo, ne subiscono il frutto,
afflitti dalla sofferenza.

Il male commesso
non matura subito, come il latte cagliato,
ma segue lo stolto come brace coperta di cenere,
pronta a bruciarlo.

Il male commesso
non ferisce subito, come una spada,
ma nel tempo si rivela,
e il suo frutto è amaro.

Come la ruggine nata dal ferro
alla fine lo corrode,
così le azioni di chi vive senza saggezza
lo conducono alla rovina.

(Fine del capitolo sul karma, capitolo 9)

UdānavargaFranz Bernhard (1965). © Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported License. Tradotto dal sanscrito con l’IA.

TestoUdānavarga