1
Conosco la tua radice, o Desiderio:
nasci dal pensiero.
Non ti darò più pensiero,
e così tu non esisterai più per me.
2
Dai desideri nasce il dolore,
dai desideri nasce la paura.
Chi è completamente libero dai desideri
non ha dolore, e tanto meno paura.
3
Dai piaceri nasce il dolore,
dai piaceri nasce la paura.
Chi è completamente libero dai piaceri
non ha dolore, e tanto meno paura.
4
Dolci all’inizio, ma amari nel frutto,
i desideri bruciano gli stolti
come una torcia che cade sulla mano.
5
I saggi non chiamano “solido legame”
quello fatto di ferro, legno o corda,
ma l’attaccamento della mente ottusa
ai figli, alla sposa e alle ricchezze.
6
I saggi dicono che questo è il legame più forte,
saldo, stretto, difficile da sciogliere.
Ma chi lo recide e vaga senza attaccamenti,
rinunciando ai piaceri dei sensi, è liberato.
7
Non sono i desideri del mondo a essere belli,
ma il desiderio dell’uomo, nato dalla brama.
Le cose del mondo restano così come sono,
ma i saggi domano la loro volontà.
8
Non ci sono desideri eterni tra gli uomini,
ma chi è legato ai desideri è schiavo del transitorio.
Rinunciandovi, si va oltre la rinascita:
così insegna il sentiero che vince la morte.
9
Chi è nato dal desiderio è trascinato via,
la sua mente è turbata.
Ma chi non è legato ai desideri
risale la corrente ed è chiamato liberato.
10
Il saggio, poco a poco, momento per momento,
deve rimuovere le impurità da sé,
come un orafo purifica l’argento.
11
Come un calzolaio lavora il cuoio
per fare un sandalo,
così, abbandonando i desideri uno a uno,
si raggiunge la vera felicità.
12
Se si vuole la felicità completa,
bisogna abbandonare tutti i desideri.
Chi rinuncia a ogni desiderio
ottiene la suprema beatitudine.
13
Finché inseguiva i desideri,
la sua mente non trovava pace.
Ma quando scoprì il sentiero del distacco,
allora raggiunse la vera soddisfazione.
14
La soddisfazione della saggezza è la migliore:
non ci si sazia mai con i desideri.
Chi è appagato dalla saggezza
non cade più in balia della brama.
15
Avidi di piaceri, gli uomini imprudenti
si abbandonano all’ingiustizia.
Non vedono l’ostacolo,
mentre la vita è così breve.
16
I piaceri distruggono lo stolto,
non chi cerca la verità.
Lo stolto, schiavo della brama,
rovina sé stesso e gli altri.
17
Non è la pioggia di monete
a saziare i desideri.
I piaceri sono fugaci e dolorosi:
il saggio lo comprende.
18
Neppure nei piaceri divini
trova gioia chi è libero dalla brama.
Discepolo dei Buddha,
egli si diletta nell’estinzione del desiderio.
19
Una montagna d’oro
non basterebbe a un uomo solo.
Sapendo questo,
si vive in equilibrio.
20
Chi comprende che il dolore
nasce dai desideri,
come può ancora cercarvi piacere?
Vedendo nel mondo
una spina nascosta,
il saggio si esercita
nel distacco.
(Fine del capitolo sui piaceri dei sensi, capitolo 2)
Udānavarga, Franz Bernhard (1965). © Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported License. Tradotto dal sanscrito con l’IA.
Testo: Udānavarga