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Uv 15: Smṛtivarga – Consapevolezza

Colui la cui consapevolezza del respiro (ānāpānasmṛti) è perfetta e ben coltivata,
che è stata gradualmente padroneggiata come insegnato dal Buddha,
illumina questo mondo come la luna libera da nuvole.

Con il corpo e la mente saldi,
seduto o sdraiato,
il monaco, mantenendo costantemente la consapevolezza, perseverante,
raggiunge il progresso (spirituale) graduale.
Avendo ottenuto il progresso graduale,
raggiunge l’assenza della visione del re della morte (Māra).

Costantemente consapevole del corpo,
e sempre trattenuto (dal male) per mezzo dei sensi,
colui che è concentrato conosce attraverso ciò il Nirvāṇa.

Colui che possiede la consapevolezza in ogni momento,
che ha sempre presente la consapevolezza del corpo,
(pensando) “Non c’è, non è mio, non sarà, non sarà mio”,
egli, dotato di una dimora graduale,
nel tempo supera l’attaccamento e il desiderio.

Colui che è vigile, consapevole, comprensivo,
concentrato, gioioso e sereno,
esaminando il Dharma nel tempo,
supera la nascita, la vecchiaia e il dolore.

Perciò si dovrebbe sempre dedicare alla veglia,
colui che è vigoroso, consapevole e non negligente.
Avendo abbandonato i legami, la nascita e la vecchiaia,
egli pone fine alla sofferenza in questo mondo.

Vegliate, ascoltatemi, e voi che dormite, risvegliatevi!
Tra coloro che dormono, è migliore chi è sveglio;
non c’è infatti paura per chi è risvegliato.

Per coloro che si applicano costantemente al risveglio,
che si esercitano giorno e notte,
che sono dediti all’immortalità (Amṛta, Nirvāṇa),
le impurità (Āsrava) giungono alla fine.

Proficuo è per quegli esseri umani che hanno preso rifugio nel Buddha,
per i quali giorno e notte la consapevolezza è costantemente fissata sul Buddha.

Proficuo è per quegli esseri umani che hanno preso rifugio nel Dharma,
per i quali giorno e notte la consapevolezza è costantemente fissata sul Dharma.

Proficuo è per quegli esseri umani che hanno preso rifugio nel Saṅgha,
per i quali giorno e notte la consapevolezza è costantemente fissata sul Saṅgha.

Completamente risvegliati, questi discepoli di Gautama si risvegliano,
per i quali giorno e notte la consapevolezza è costantemente fissata sul Buddha.
…sul Dharma.
…sul Saṅgha.
…sulla consapevolezza del corpo (kāyagatā smṛti).
…per i quali gli stati di concentrazione (samādhi) sono costantemente ricordati.
…sulla virtù (śīla).
…sul distacco (tyāga).
…sulle divinità (deva).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nella non-violenza (ahiṁsā).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nell’assenza di malevolenza (avyāpāda).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nel ritiro (naiṣkramya).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nella meditazione (dhyāna).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nella solitudine (viveka).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nella vacuità (śunyatā).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nel senza-segno (animitta).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nel non-possesso (ākiñcanya).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nello sviluppo spirituale (bhāvanā).
…la cui mente si diletta costantemente giorno e notte nel Nirvāṇa.

(Fine del capitolo sulla consapevolezza, Smṛtivargaḥ 15)

UdānavargaFranz Bernhard (1965). © Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported License. Tradotto dal sanscrito con l’IA.

TestoUdānavarga