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Uv 11: Śramaṇavarga – Asceta

1. ”Dominando completamente i sensi,
allontana ogni desiderio senza esitazione.
Senza abbandonare i desideri, il saggio
non potrà mai raggiungere l’unità (con il Sé).”

2. ”Il saggio, agendo con fermezza,
deve esercitare un costante controllo.
Una pratica spirituale rilassata, infatti,
riporta solo nuova polvere (di passioni).”

3. ”Qualsiasi azione compiuta con negligenza,
qualsiasi austerità macchiata d’impurità,
una condotta casta non perfettamente osservata —
nulla di ciò darà grande frutto.”

4. ”Come una freccia mal impugnata
ferisce la mano stessa che la scaglia,
così un ascetismo mal praticato
trascina l’uomo negli inferi.”

5. ”Come una freccia ben impugnata
non ferisce la mano che la scocca,
così un ascetismo ben praticato
avvicina alla liberazione.”

6. ”L’ascetismo è difficile da sostenere,
duro da sopportare per chi ha la mente debole.
Molti sono gli ostacoli là dove
l’inetto vacilla e cade.”

7. ”Chi, pur seguendo la via ascetica,
non controlla la propria mente,
e cade ripetutamente preda
dei propri desideri, si consuma nel dolore.”

8. ”Difficile è l’abbandono della casa,
difficile la gioia nella rinuncia,
difficile la vita tra i mondani,
e dolorose sono le esistenze accumulate.”

9. ”Molti sono quelli dalla veste ocra,
ma indisciplinati e immersi nel male.
Costoro, per le loro azioni malvagie,
rinasceranno dopo la morte in mondi infernali.”

10. ”Come un vento violento sradica un albero,
così l’uomo dalla condotta malvagia
si distrugge da sé,
proprio come desiderano i suoi nemici.”

11. ”Non si è anziani solo per i capelli bianchi:
uno può essere vecchio d’anni,
ma se dominato dall’ignoranza,
è solo un ‘vecchio inutile’.”

12. ”Chi, rinunciando a meriti e colpe,
vive in castità e purezza,
e percorre il retto sentiero,
questi è davvero un anziano (saggio).”

13-14. ”Non per il capo rasato si è asceti,
se si è ipocriti e schiavi di desideri e avidità.
Ma chi ha estirpato anche il più sottile male,
è un vero asceta.”

15. ”Il Brahmano (nobile) è colui che ha abbandonato il male,
l’asceta è chi ha pacificato ogni impurità.
Chi si è liberato delle macchie interiori,
è veramente chiamato ‘rinunciante’ in questo mondo.”

(Fine del capitolo sull’asceta, capitolo 11)

UdānavargaFranz Bernhard (1965). © Creative Commons Attribution-ShareAlike 3.0 Unported License. Tradotto dal sanscrito con l’IA.

TestoUdānavarga