Così ho sentito. In una certa occasione il Beato soggiornava presso Rajagaha, al boschetto di bambù, a Kalandakanivapa.
Ora a quel tempo il Ven. Ananda, durante un giorno dell’Uposattha, di mattina presto, vestitosi prese mantello e scodella e si recò a Rajagaha per la questua.
Devadatta, vedendo il Ven. Ananda che questuava, gli si avvicinò e disse: “D’ora in poi io osserverò il giorno dell’Uposattha e la disciplina del Sangha senza ubbidire al Beato e al suo Ordine dei monaci.”
Il Ven. Ananda, dopo la questua a Rajagaha e dopo aver consumato il pasto, si recò dal Beato e, appena giunto, dopo averlo salutato ed essersi seduto accanto, gli disse: “Signore, di mattina presto vestitomi e preso mantello e scodella, mi sono recato a Rajagaha per la questua. Devadatta, avendomi visto questuare, si è avvicinato e mi ha detto: ‘D’ora in poi io osserverò il giorno dell’Uposattha e la disciplina del Sangha senza ubbidire al Beato e al suo Ordine dei monaci.’ Oggi, Signore, Devadatta procurerà uno scisma nell’Ordine ed osserverà il giorno dell’Uposattha e la disciplina del Sangha secondo le sue idee.”
Allora il Beato, in quella occasione, declamò questi solenni versi ispirati:
E’ facile per il buono fare il bene,
ed è difficile per il buono fare il male.
E’ facile per il cattivo fare il male,
ed è difficile per l’Arahant fare il male.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Dawsonne Melanchthon Strong. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Udana