Così ho sentito. In una certa occasione il Beato – avendo appena realizzato il perfetto risveglio – soggiornava ad Uruvela presso le rive del Fiume di Nerañjara ai piedi dell’albero del risveglio ed era rimasto seduto in meditazione per sette giorni, sensibile alla beatitudine della liberazione. Alla fine di quei sette giorni, emergendo da quella concentrazione, nella prima veglia della notte, rivolse la propria attenzione alla coproduzione condizionata nel suo ordine naturale, in questo modo:
Quando c’è questo, c’è quello.
Dal sorgere di questo deriva il sorgere di quello.
In altre parole:
Dall’ignoranza come condizione necessaria derivano le formazioni mentali.
Dalle formazioni mentali come condizione necessaria deriva la coscienza.
Dalla coscienza come condizione necessaria derivano ‘nome e forma’.
Da ‘nome e forma’ come condizione necessaria derivano le sei basi sensuali.
Dalle sei basi sensuali come condizione necessaria deriva il contatto.
Dal contatto come condizione necessaria deriva la sensazione.
Dalla sensazione come condizione necessaria deriva la brama.
Dalla brama come condizione necessaria deriva l’attaccamento/ l’appropriazione.
Dall’attaccamento come condizione necessaria deriva il divenire.
Dal divenire come condizione necessaria deriva la nascita.
Dalla nascita come condizione necessaria, allora la vecchiaia e la morte, la pena, il lamento, il dolore, la sofferenza e la mancanza di serenità vengono in essere.
Tale è l’origine di questa intera massa di sofferenza.
Allora, per quell’occasione il Beato pronunciò i seguenti versi:
Quando, le verità diventano chiare
Al bramano – ardente, assorto in meditazione –
Tutti i suoi dubbi svaniscono
Perché capisce che ogni cosa ha una causa.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Udana