Uscendo dalla porta dell’ashram
il Grande Saggio Padumuttara
fece cadere la pioggia dell’assenza di morte
e placando la popolazione.
Centomila monaci eroi
forti, con le conoscenze speciali,
circondavano il Sambuddha
come ombre che non si allontanano mai.
Io ero in groppa a un elefante
con un superbo ombrello bianco.
Avendo visto la sua bella forma
mi rese molto felice.
Scendendo dall’elefante
mi avvicinai a lui, il Toro degli Uomini,
e ho alzato sul Miglior Buddha
il mio ombrello, fatto di pietre preziose.
Padumuttara, Saggio Così Grande,
discernendo ciò che stavo pensando,
interrompendo il discorso che stava facendo,
pronunciò questi versi su di me:
“Colui che sta alzando questo ombrello
ornato di ornamenti d’oro,
vi racconterò i dettagli su di lui;
ascoltate tutti le mie parole:
Dopo la morte quest’uomo
rinascerà nel mondo celeste Tusitā.
Sperimenterà la felicità
e sarà onorato da ninfe divine.
Eserciterà il dominio divino
quattro e trenta volte.
Cento otto volte un re forte
risiederà sulla terra.
E sarà un re che gira la ruota
otto e cinquanta volte.
Eserciterà sulla terra
un numero incalcolabile di regni regionali.
Tra centomila eoni
rinascerà nella stirpe di Okkāka,
colui il cui nome è Gotama
sarà il Maestro del mondo.
Sarà un parente stretto
di quella Bandiera della stirpe dei Śākya.
Ānanda sarà allora il suo nome,
il servitore del Saggio Così Grande.
Ardente sostenitore, intelligente,
e saggio su molte verità,
umile nell’azione e tollerante,
reciterà tutte le parole del Buddha.
Essendo dedito allo sforzo,
calmo, privo di motivi di rinascita,
conoscendo bene tutti gli influssi impuri
raggiungerà il nirvana, senza contaminazioni.”
Nel bosco ci sono degli elefanti,
che hanno sessant’anni,
mātaṅga che si accoppiano in tre modi,
zanne per carri, veicoli per i re.
Come loro ci sono numerosi
saggi con grandi poteri,
tutti non si stupiscono
dalla potenza dell’elefante Buddha.
Io venero all’inizio,
a metà e alla fine.
Con cuore soddisfatto e mente felice
frequento il miglior Buddha.
Ardente sostenitore, intelligente,
colui che conosce veramente, consapevole,
raggiunto il frutto di colui-che-è-entrato-nella-corrente,
esperto nelle basi della pratica,
ho portato avanti il karma compiuto
centomila eoni fa.
Ora ho raggiunto quello stato,
fermo, incrollabile nel Dhamma.
I miei influssi impuri sono ora eliminati;
ogni nuova esistenza è distrutta.
Come elefanti con catene spezzate,
vivo senza vincoli.
Essere alla presenza del miglior Buddha
è stata una cosa molto buona per me.
Le tre conoscenze sono state raggiunte;
ho fatto ciò che il Buddha ha insegnato!
I quattro modi analitici,
e le otto liberazioni,
le sei conoscenze speciali padroneggiate,
ho fatto ciò che il Buddha ha insegnato!
Così il venerabile Ānanda Thera pronunciò questi versi.
La leggenda di Ānanda Thera è terminata.
Riassunto:
Il Buddha e il Buddha Solitario
Sāriputta e Kolita
Kassapa e Anuruddha
Puṇṇa Thera e Upāli.
Koṇḍañña e Piṇḍola
e Revata, Ānanda il Saggio
Seicentocinquanta versi
sommandoli tutti.
IL CAPITOLO SUL BUDDHA DELL’APADĀNA, IL PRIMO.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Jonathan S. Walters. Whitman College, 2017, Legends of the Buddhist Saints (Apadāna).
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Apadana