Così ho sentito:
Un tempo il Beato soggiornava presso Savatthi, nel boschetto di Jeta, nel monastero di Anathapindika. Allora a notte inoltrata, una certa divinità di straordinaria bellezza, illuminando l’intero boschetto di Jeta, apparve davanti al Beato, e dopo averlo salutato rispettosamente, si tenne da un lato. Tenendosi così, si rivolse al Beato con questi versi:
[La Divinità:]
1. A proposito del declino dell’uomo ti chiediamo, Gotama. Noi veniamo a chiedere al Beato: Qual è la ragione della sua disgrazia?
[Il Buddha:]
2. È facile conoscere ciò che prospera, è facile conoscere ciò che declina. Chi ama il Dhamma prospera; chi odia il Dhamma cade in disgrazia.
3. Anche noi lo comprendiamo; questa è la prima causa della disgrazia. Esponici la seconda, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
4. Gli immorali gli sono cari. Detesta i virtuosi; approva l’insegnamento dei malvagi — questa è la causa della sua disgrazia.
5. Anche noi lo comprendiamo; questa è la seconda causa della disgrazia. Esponici la terza, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
6. Ama dormire e la compagnia, inattivo e pigro, iracondo — questa è la causa della sua disgrazia..
7. Anche noi lo comprendiamo; questa è la terza causa della disgrazia. Esponici la quarta, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
8. Avendo le possibilità, non si prende cura dei genitori ormai vecchi— questa è la causa della sua disgrazia.
9. Anche noi lo comprendiamo; questa è la quarta causa della disgrazia. Esponici la quinta, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
10. Chi inganna con la menzogna un bramano, o un samana (un santo uomo), o qualsiasi altro mendicante — questa è la causa della sua disgrazia..
11. Anche noi lo comprendiamo; questa è la quinta causa della disgrazia. Esponici la sesta, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
12. La persona che possiede molte ricchezze, oro e cibo, ma gode dei suoi beni da solo — questa è la causa della sua disgrazia..
13. Anche noi lo comprendiamo; questa è la sesta causa della disgrazia. Esponici la settima, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
14. Chi, orgoglioso della sua nascita, della sua ricchezza, e del suo clan, disprezza i propri congiunti — questa è la causa della sua disgrazia..
15. Anche noi lo comprendiamo; questa è la settima causa della disgrazia. Esponici l’ottava, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
16. Chi si dedica ad una vita di perversione con le donne, o si ubriaca, o al gioco d’azzardo, e sperpera i suoi guadagni — questa è la causa della sua disgrazia.
17. Anche noi lo comprendiamo; questa è l’ottava causa della disgrazia. Esponici la nona, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
18. Chi non è soddisfatto dalle proprie mogli, [Durante l’epoca del Buddha, nella società Indiana, un uomo, legalmente, poteva avere più di una moglie se le poteva mantenere. I re avevano degli harem. Ciò che era proibito erano relazioni sessuali illegali] frequenta le puttane e le mogli degli altri — questa è la causa della sua disgrazia.
19. Anche noi lo comprendiamo; questa è la nona causa della disgrazia. Esponici la decima, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
20. Chi, non più giovane, si sposa con una ragazza adolescente, non riuscendo a dormire a causa della sua gelosia
— questa è la causa della sua disgrazia.
21. Anche noi lo comprendiamo; questa è la decima causa della disgrazia. Esponici l’undicesima, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
22. Chi occupa un posto autorevole, sia uomo o donna, ed è dedito al bere o allo spreco, questa è la causa della sua disgrazia
23. Anche noi lo comprendiamo; questa è l’undicesima causa della disgrazia. Esponici la dodicesima, O Beato. Qual è la causa della sua disgrazia?
24. Chi, avendo poche proprietà ma una grande avidità, nasce in una famiglia di guerrieri ed aspira ad un regno— questa è la causa della sua disgrazia .
25. Considerando queste dodici disgrazie nel mondo, il saggio, dotato di retta visione, cerca di ottenere un regno di salvezza (il Nibbana).
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Narada Thera. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Suttanipata