SN 35.197: Asivisa Sutta – Vipere
Così ho sentito. Una volta il Benedetto soggiornava presso Savatthi nel
boschetto di Jeta. Lì si rivolse ai monaci: “Monaci, immaginate quattro
vipere, orribili e molto velenose. Poi un uomo arrivasse da lontano –
desideroso di vivere, non di morire, avido di felicità , non di dolore –
e la gente gli dicesse: ‘Buon uomo, queste quattro vipere, orribili e
molto velenose, sono tue. Ogni tanto devi svegliarle, devi lavarle, devi
dare loro del cibo, li devi far riposare. Se qualcuna di queste vipere
ti attaccherà, allora andrai incontro a morte e sofferenza sicura. Fai
ciò che devi fare.’
Allora l’uomo – impaurito dalle quattro vipere, orribili e molto
velenose – inizierebbe a fuggire di qua e di là.
Poi gli dicesse: ‘Buon uomo, ci sono cinque sicari, tuoi nemici, che ti
stanno alle calcagna [pensando:] ‘Ovunque lo vedremo lo uccideremo sul
colpo.’ Fai ciò che devi fare.’
Allora l’uomo – impaurito dalle quattro vipere, impaurito dai cinque
sicari - inizierebbe a fuggire di qua e di là.
Poi gli dicesse: ‘Buon uomo, c’è un sesto sicario che ti sta alle
calcagna armato di spada [pensando:] ‘Ovunque lo vedrò lo ucciderò sul
colpo.’ Fai ciò che devi fare.’
Allora l’uomo – impaurito dalle quattro vipere, impaurito dai cinque
sicari, impaurito dal sesto sicario armato di spada - inizierebbe a
fuggire di qua e di là. E giungesse in un villaggio deserto. In
qualsiasi casa lui entri la trova abbandonata, vacante, vuota come se
entrasse nel suo vuoto. Qualsiasi ciotola che tocca la trova
abbandonata, vacante e vuota come se toccasse il suo vuoto. La gente gli
dicesse: ‘Buon uomo, proprio ora, dei predoni sono entrati in questo
villaggio deserto. Fai ciò che devi fare.’
Allora l’uomo – impaurito dalle quattro vipere, impaurito dai cinque
sicari, impaurito dal sesto sicario armato di spada, impaurito dai
predoni - inizierebbe a fuggire di qua e di là. Poi vedesse un grande
fiume, con la riva vicina insicura e pericolosa, e l’altra lontana
sicura e tranquilla,
ma senza nessuna imbarcazione né un ponte per poter attraversare da una
riva all’altra. E pensasse: ‘Ecco un grande fiume, con la riva vicina
insicura e pericolosa, e l’altra lontana sicura e tranquilla,
ma senza nessuna imbarcazione né un ponte per poter attraversare da una
riva all’altra. Se raccogliessi dell’erba, della legna, dei rami e delle
foglie, e costruissi una zattera, e grazie ad essa, riuscissi a mettermi
in salvo raggiungendo l’altra riva, facendo un grande sforzo con le mani
e con i piedi?’ Quindi l’uomo, dopo aver raccolto dell’erba, della
legna, dei rami e delle foglie, dopo aver costruito una zattera, riesce,
grazie ad essa, a mettersi in salvo sull’altra riva facendo un grande
sforzo con mani e piedi. Dopo aver attraversato ed esser giunto
sull’altra riva, lì vi rimane, un bramano.
Monaci, ho fatto questo paragone con un preciso significato. Ecco il suo
significato: ‘Le quattro vipere, orribili e molto velenose,
rappresentano i quattro grandi elementi: elemento-terra, elemento-acqua,
elemento-calore, elemento-aria. I cinque sicari rappresentano i cinque
aggregati dell’attaccamento: l’aggregato dell’attaccamento alla forma,
l’aggregato dell’attaccamento alla sensazione, l’aggregato
dell’attaccamento alla percezione, l’aggregato dell’attaccamento alle
formazioni karmiche, l’aggregato dell’attaccamento alla coscienza. Il
sesto sicario, armato di spada, rappresenta la concupiscenza ed il
piacere sensuale.
Il villaggio deserto rappresenta le sei basi di senso interne. Se un
saggio, sapiente ed esperto esamina la vista, gli appare abbandonata,
vacante e vuota. Se esamina l’udito…l’olfatto…il gusto…il corpo…la
mente, gli appaiono abbandonati, vacanti e vuoti. I predoni che
saccheggiano il villaggio rappresentano le sei basi di senso esterne. La
vista è assalita da forme piacevoli e spiacevoli. L’udito è assalito da
suoni piacevoli e spiacevoli. L’olfatto è assalito da odori piacevoli e
spiacevoli. Il gusto è assalito da sapori piacevoli e spiacevoli. Il
corpo è assalito da sensazioni tattili piacevoli e spiacevoli. La mente
è assalita da pensieri ed oggetti mentali piacevoli e spiacevoli.
Il grande fiume rappresenta la quadruplice corrente: la corrente della
sensualità, la corrente del divenire, la corrente delle idee e la
corrente dell’ignoranza.
La riva vicina, insicura e pericolosa, rappresenta l’idea dell’esistenza
di un sé. L’altra riva, sicura e tranquilla, rappresenta
l’Illuminazione. La zattera rappresenta il nobile ottuplice sentiero:
retta visione, retto proposito, retto discorso, retta azione, retto modo
di vita, retto sforzo, retta presenza mentale, retta concentrazione.
Facendo un grande sforzo con mani e piedi rappresenta il sorgere
dell’energia. Dopo aver attraversato, giunto sull’altra riva e lì vi
rimane, un bramano rappresenta lo stato di arahant.”