SN 22.65: Abhinandamāna Sutta – Piacere
A Sāvatthī.
Quindi un monaco si reca dal Buddha e, dopo averlo riverito, si sedette
a lato e disse: “Signore, possa il Buddha insegnarmi il Dhamma in breve.
Così, dopo averla ascoltato, potrò vivere in solitudine, attento,
ardente e risoluto.”
“Quando vi è piacere, monaco, sei schiavo di Māra. Senza piacere, sei
libero dal Maligno.”
“Ho compreso, Beato! Ho compreso, Sublime!”
"Ma come hai compreso il significato dettagliato della mia breve
esposizione?"
"Signore, quando vi è piacere per la forma sei schiavo di Māra. Senza
piacere, sei libero dal Maligno. Quando vi è piacere per la sensazione
... per la percezione ... per le formazioni mentali ... per la
coscienza, sei schiavo di Māra. Senza piacere, sei libero dal Maligno.
Così ho compreso il significato dettagliato della breve esposizione del
Buddha.”
“Bene, monaco! È bene che tu comprenda il significato
dettagliato di ciò che ho detto in breve in questo modo. Quando vi è
piacere per la forma …. Ecco come comprendere il significato dettagliato
di ciò che ho detto in breve."
Poi quel monaco, dopo aver approvato le parole del Buddha, si alzò dal
suo posto, riverì rispettosamente il Buddha, e andò via.
Quindi quel monaco, vivendo in solitudine, attento, ardente e risoluto,
realizzò presto il fine supremo del sentiero ascetico in questa stessa
vita. Egli visse dopo aver raggiunto con la propria visione profonda la
meta per cui si abbandona la vita laica per l’ascetismo.
Egli comprese: “La rinascita è finita; la vita santa è stata compiuta;
ciò che doveva essere fatto è stato fatto; non ci sarà rinascita in
un'altra esistenza." E quel monaco divenne uno degli Arahant.