SN 22.26: Assāda Sutta - Appagamento
A Sāvatthī.
“Monaci, prima del mio risveglio - quando ero ancora un non-risvegliato
ma in procinto del risveglio - così riflettevo: ‘Qual è l’appagamento,
lo svantaggio e la fuga quando la forma viene ad essere … la sensazione
… la percezione … le formazioni mentali … e la coscienza? Quindi un
pensiero apparve: ‘Il piacere e la felicità che sorgono dalla forma: ciò
è il suo appagamento. Quella forma è impermanente, è sofferenza e
deperibile: ciò è il suo svantaggio. Il rinunciare e l’abbandonare il
desiderio e l’avidità per la forma: ciò è la sua fuga.
(stessa formula per la sensazione, per
la percezione, per le formazioni mentali e per la coscienza)
Finché non ho totalmente compreso l’appagamento, lo svantaggio e la fuga
di questi cinque aggregati dell’attaccamento come sono essi in realtà,
non potevo annunciare il mio perfetto e supremo risveglio a questo mondo
con i suoi Mara e Brahma, con i suoi asceti e bramani, con i suoi deva e
esseri umani.
Invece quando ho totalmente compreso l’appagamento, lo svantaggio e la
fuga di questi cinque aggregati dell’attaccamento come sono essi in
realtà, potevo annunciare il mio perfetto e supremo risveglio a questo
mondo con i suoi Mara e Brahma, con i suoi asceti e bramani, con i suoi
deva e esseri umani. La conoscenza e la visione sorsero in me: ‘La mia
libertà è salda; questa è la mia ultima rinascita; non ci saranno altre
esistenze future.’”