SN 22.12-21: Anicca Vagga - Impermanenza, sofferenza, non-Sé
SN 22.12: Anicca Sutta - Impermanenza
Così ho sentito. A Savatthi. “Monaci, forma, sensazione, percezione,
formazioni mentali e coscienza sono impermanenti. Nel comprendere ciò,
un nobile istruito discepolo è distaccato dalla forma, dalla sensazione,
dalla percezione, dalle formazioni mentali e dalla coscienza. Così
distaccato, il desiderio svanisce. Svanito il desiderio egli è libero.
Quando viene liberato, egli sa di essere liberato. Comprende: ‘La
rinascita è finita, la vita spirituale è compiuta, non vi sarà nessun
ritorno in un’altra esistenza.”
SN 22.13: Dukkha Sutta - Sofferenza
A Sāvatthī.
“Monaci, forma, sensazione, percezione, formazioni mentali e coscienza
sono sofferenza. Nel comprendere ciò, un nobile istruito discepolo è
distaccato dalla forma, dalla sensazione, dalla percezione, dalle
formazioni mentali e dalla coscienza. Così distaccato, il desiderio
svanisce. Svanito il desiderio egli è libero. Quando viene liberato,
egli sa di essere liberato. Comprende: ‘La rinascita è finita, la vita
spirituale è compiuta, non vi sarà nessun ritorno in un’altra
esistenza.”
ltra esistenza.”
SN 22.14: Anatta Sutta - Non-Sè
A Savatthi.
“Monaci, forma, sensazione, percezione, formazioni mentali e coscienza
sono non-sè. Nel comprendere ciò, un nobile istruito discepolo è
distaccato dalla forma, dalla sensazione, dalla percezione, dalle
formazioni mentali e dalla coscienza. Così distaccato, il desiderio
svanisce. Svanito il desiderio egli è libero. Quando viene liberato,
egli sa di essere liberato. Comprende: ‘La rinascita è finita, la vita
spirituale è compiuta, non vi sarà nessun ritorno in un’altra
esistenza.”
SN 22.15: Yadanicca Sutta - Ciò che è impermanente
A Sāvatthī.
“Monaci, la forma è impermanente. Ciò che è impermanente è sofferenza.
Ciò che è sofferenza è non-Sé. E ciò che è non-Sè dovrebbe essere
compreso come è in realtà tramite la retta conoscenza: ‘Questo non è
mio, io non sono questo, questo non è il mio Sè.’ La sensazione è
impermanente … la percezione è impermanente … le formazioni mentali sono
impermanenti … la coscienza è impermanente.
Ciò che è impermanente è sofferenza. … si comprende: ‘La rinascita è
finita, la vita spirituale è compiuta, non vi sarà nessun ritorno in
un’altra esistenza.”
SN 22.16: Yaṃdukkha Sutta - Ciò che è sofferenza
A Sāvatthī.
“Monaci, la forma è sofferenza. Ciò che è sofferenza è non-Sé. E ciò che
è non-Sè dovrebbe essere compreso come è in realtà tramite la retta
conoscenza: ‘Questo non è mio, io non sono questo, questo non è il mio
Sè.’ La sensazione è sofferenza … la percezione è sofferenza … le
formazioni mentali sono sofferenza … la coscienza è sofferenza.
Ciò che è sofferenza è non-Sé. E ciò che è non-Sè dovrebbe essere
compreso … si comprende: ‘La rinascita è finita, la vita spirituale è
compiuta, non vi sarà nessun ritorno in un’altra esistenza.”
SN 22.17: Yadanattā Sutta - Ciò che è non-Sè
A Sāvatthī.
“Monaci, la forma è non-Sè. Ciò che è sofferenza è non-Sé. E ciò che è
non-Sè dovrebbe essere compreso come è in realtà tramite la retta
conoscenza: ‘Questo non è mio, io non sono questo, questo non è il mio
Sè.’ La sensazione è non-Sè … la percezione è non-Sè … le formazioni
mentali sono non-Sè … la coscienza è non-Sè.
E ciò che è non-Sè dovrebbe essere compreso … si comprende: ‘La
rinascita è finita, la vita spirituale è compiuta, non vi sarà nessun
ritorno in un’altra esistenza.”
SN 22.18: Sahetuanicca Sutta - L’impermanenza e la sua causa
A Sāvatthī.
“Monaci, la forma è impermanente. La causa e la condizione che fanno
sorgere la forma sono anch’esse impermanenti. Se la forma è prodotta da
ciò che è impermanente, come potrebbe essere permanente? La sensazione è
impermanente … la percezione è impermanente … le formazioni mentali sono
impermanenti … la coscienza è impermanente … Se la coscienza è prodotta
da ciò che è impermanente, come potrebbe essere permanente? … si
comprende: ‘La rinascita è finita, la vita spirituale è compiuta, non vi
sarà nessun ritorno in un’altra esistenza.”
SN 22.19: Sahetudukkha Sutta - La sofferenza e la sua causa
A Sāvatthī.
“Monaci, la forma è sofferenza. La causa e la condizione che fanno
sorgere la forma sono anch’esse sofferenza. Se la forma è prodotta da
ciò che è sofferenza, come potrebbe essere felicità? La sensazione è
sofferenza … la percezione è sofferenza … le formazioni mentali sono
sofferenza … la coscienza è sofferenza … Se la coscienza è prodotta da
ciò che è sofferenza, come potrebbe essere felicità? … si comprende: ‘La
rinascita è finita, la vita spirituale è compiuta, non vi sarà nessun
ritorno in un’altra esistenza.”
SN 22.20: Sahetuanatta Sutta - Il non-Sè e la sua causa
A Sāvatthī.
“Monaci, la forma è non-Sè. La causa e la condizione che fanno sorgere
la forma sono anch’esse non-Sè. Se la forma è prodotta da ciò che è
non-Sè, come potrebbe essere Sè? La sensazione è non-Sè … la percezione
è non-Sè … le formazioni mentali sono non-Sè … la coscienza è non-Sè …
Se la coscienza è prodotta da ciò che è non-Sè, come potrebbe essere Sè?
… si comprende: ‘La rinascita è finita, la vita spirituale è compiuta,
non vi sarà nessun ritorno in un’altra esistenza.”
SN 22.21: Ānanda Sutta - Ananda
A Sāvatthī.
Il Venerabile Ananda si recò dal Buddha e, dopo averlo salutato con
rispetto, si sedette a lato e disse: “Signore, parlano della
‘cessazione’. Della cessazione di quali realtà si riferiscono?”
“Ananda, la forma è impermanente, condizionata, con un origine
dipendente, destinata a finire, a svanire, a dissolversi e a cessare.
Della sua cessazione si riferiscono quando parlano di ‘cessazione’. La
sensazione … la percezione … le formazioni mentali … la coscienza è
impermanente, condizionata, con un origine dipendente, destinata a
finire, a svanire, a dissolversi e a cessare. Della sua cessazione si
riferiscono quando parlano di ‘cessazione’. Quando parlano di
‘cessazione’ si riferiscono alla cessazione di queste realtà.