SN 17.3: Kumma Sutta – Una tartaruga
A Savatthi. “Possesso, fama e onore sono perversi, penosi e
oppressivi. Sono un ostacolo al raggiungimento della suprema meta. C’era
una volta in un lago una grande famiglia di tartarughe che viveva lì da
molto tempo. Allora una di loro disse a un’altra: ‘Mia cara, non andare
in quel luogo.’ Ma quella tartaruga andò in quel luogo e un cacciatore
la catturò con un arpione. Allora quella tartaruga ritornò dall’altra
tartaruga. Quando l’altra tartaruga la vide disse: ‘Mia cara, sei andata
in quel luogo?’ ‘Sì, ci sono andata.’ ‘Ma mia cara, spero che non ti sia
ferita!’ ‘No, non sono ferita. Ma questa corda continua a non staccarsi
da me.’ ‘Invece, mia cara, sei rimasta ferita! Tuo padre e tuo nonno
hanno molto sofferto a causa di tale corda. Vai adesso. Non sei più una
di noi.’
‘Il cacciatore’ indica Mara il Maligno. ‘L’arpione’ indica il possesso,
la fama e l’onore. ‘La corda’ indica il desiderio. Chi gode del sorgere
del possesso, dell’onore e della fama è chiamato un monaco che è stato
arpionato. Costoro andranno incontro a sofferenza e dolore, e Mara può
fare ciò che vuole con loro. Quindi possesso, fama e onore sono
perversi, penosi e oppressivi. Sono un ostacolo al raggiungimento della
suprema meta. Perciò così dovete esercitarvi: “Noi dobbiamo abbandonare
il sorgere del possesso, dell’onore e della fama e le nostre menti non
devono essere condizionate. Così dovete esercitarvi.”