SN 13.6: Dutiyapathavī Sutta – La Terra (2)
A Savatthi. “Monaci, supponete che la grande terra venisse distrutta ed
erosa tranne che per sette palline d’argilla grandi come dei semi di
giuggiola. Cosa pensate, monaci? Sarebbero più grandi le sette palline
d’argilla grandi come semi di giuggiola o la grande terra distrutta ed
erosa?”
“Signore, la grande terra, distrutta ed erosa, sarebbe certamente più
grande. Le sette palline d’argilla grandi come dei semi di giuggiola
sarebbero irrisorie, esse non sono neanche la centesima, la millesima, o
la centomillesima parte rispetto alla grande terra che è stata distrutta
ed erosa. ”
“Allo stesso modo, monaci, per un discepolo dei nobili, compiuto nella
retta visione, ‘entrato nella corrente’, la sofferenza e il dolore sono
totalmente distrutti. Ciò che resta del tempo durante sette rinascite
non è praticamente niente: non è un centesimo, un millesimo, un
centomillesimo, quando lo si paragona con la precedente massa di
sofferenza. È là la grandezza del beneficio di seguire e praticare il
Dhamma, monaci. È là la grandezza del beneficio di ottenere l’occhio del
Dhamma.”