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SN 7.1: Dhanañjani Sutta – Dhanañjani

1. Così ho sentito. Un tempo il Beato soggiornava nel santuario degli Scoiattoli, nel boschetto di bambù a Rajagaha.

2. In quella occasione una bramana di nome Dhanañjani, appartenente alla famiglia di un Bramano dei Bharadvaja, aveva preso rifugio nel Dhamma, nel Buddha e nel Sangha con piena presenza mentale.

3. Allora la bramana Dhanañjani nel servire il cibo al Bramano dei Bharadvaja pronunciò queste parole per tre volte con piena presenza mentale: “Onore al Beato, al perfetto perfettamente risvegliato.”

4. Udendo tali parole il Bramano dei Bharadjava disse a Dhanañjani: “Questa donna fuori casta, per questo e per altri motivi ha pronunciato parole di lode all’asceta dalla testa rasata. Ascolta! Donna fuori casta! Andrò in questo momento dal tuo Maestro e lo umilierò.”

5. “Bramano, non conosco nessuno in questo mondo con i suoi Mara o con i suoi Brahma, o fra gli asceti e bramani, o nel mondo dei deva e degli uomini che possa umiliare il Beato, perfetto e perfettamente risvegliato. Quindi, va e renditene conto.”

6. Quindi il Bramano Bharadvaja, irritato e dispiaciuto, si recò dal Beato e, dopo aver scambiato amichevoli saluti, si sedette a lato.

7. Seduto a lato il Bramano Bharadvaja recitò questa stanza al Beato:
“Cosa bisogna recidere per dormire tranquilli? Cosa bisogna recidere per non soffrire?
Cosa distruggi Gotama per essere distaccato?”

8. “Recidendo la rabbia si dorme tranquilli. Recidendo la rabbia non si soffre.
Bramano, i Nobili lodano la distruzione della radice velenosa
e della dolce cima della rabbia. Nel reciderle non vi è più sofferenza.”

9. Allora il Bramano dei Bharadvaja disse al Beato: “Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa io ottenere l’abbandono della vita mondana alla presenza del Maestro Gotama, e l’ordinazione come monaco.

10. Il Bramano dei Bharadvaja abbandonò la vita mondana alla presenza del Beato, ed ottenne l’ordinazione come monaco.

11. Non molto tempo dopo la sua ordinazione — dimorando solitario, appartato, vigile, attento e risoluto — raggiunse la suprema meta della santa vita, ciò per cui i giovani di buona famiglia abbandonano la vita mondana per intraprendere la via della vita ascetica. Ottenne la perfetta conoscenza: “La nascita è distrutta, la vita santa vissuta, lo scopo raggiunto. Non rimane altro da compiere in questo mondo.”

12. E così Bharadvaja divenne uno degli arahant.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya