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SN 47.14: Ukkacela Sutta – Ukkacelā

Un tempo il Beato soggiornava tra i Vajjani a Ukkacela, sulla riva del fiume Gange, insieme a un grande Saṅgha di monaci, non molto tempo dopo che Sāriputta e Moggallana avevano raggiunto il Nibbāna finale. In quel tempo il Beato era seduto all’aria aperta in mezzo al Saṅgha.
Allora il Beato, dopo aver osservato il silenzioso Saṅgha, si rivolse ai monaci in questo modo: “Monaci, questa assemblea mi appare vuota ora che Sāriputta e Moggallana hanno raggiunto il Nibbāna finale. Prima questa assemblea non era vuota per me, e non mi preoccupa in quale zona Sāriputta e Moggallana ora dimorino.
Gli Arahant, i Perfetti Illuminati, che sono sorti in passato avevano anch’essi una coppia di discepoli supremi come quella che avevo io in Sāriputta e Moggallana. Gli Arahant, i Perfetti Illuminati, che sorgeranno in futuro avranno anch’essi una coppia di discepoli supremi come quella che avevo io in Sāriputta e Moggallana.
È meraviglioso, monaci, da parte dei discepoli, è sorprendente da parte dei discepoli, che essi agiscano in accordo con gli insegnamenti del Maestro e si attengano ai suoi consigli, che siano cari e graditi alle quattro assemblee, che siano da loro riveriti e stimati. È meraviglioso, monaci, da parte del Tathagata, è sorprendente da parte del Tathagata, che quando una tale coppia di discepoli ha raggiunto il Nibbāna finale, non ci sia dolore o lamento nel Tathagata.
Ciò si può ottenere, monaci, in questo modo: ‘Possa ciò che è nato, venuto ad essere, condizionato e soggetto a scomparire non scomparire! È impossibile. È come se i rami più grandi di un maestoso albero si spezzassero: allo stesso modo, monaci, nel grande Saṅgha Sāriputta e Moggallana hanno raggiunto il Nibbāna finale. Ciò si può ottenere in questo modo: ‘Possa ciò che è nato, viene ad essere, condizionato e soggetto a dissolversi non si dissolva?’ È impossibile.
Perciò, monaci, dimorate con voi stessi come vostra isola, con voi stessi come vostro rifugio, senza nessun altro rifugio; dimorate con il Dhamma come vostra isola, con il Dhamma come vostro rifugio, senza nessun altro rifugio … (continua come in SN 47.9) … Quei monaci, ora o dopo che me ne sarò andato, che dimorano con se stessi come propria isola, con se stessi come proprio rifugio, senza nessun altro rifugio; con il Dhamma come loro isola, con il Dhamma come loro rifugio, senza nessun altro rifugio – sono questi monaci, Ānanda, che saranno per me i primi di coloro che si dedicano alla pratica.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.