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SN 35.236: Paṭhamahatthapādopama Sutta – La similitudine delle mani e dei piedi (1)

“Monaci, quando ci sono le mani si discerne il prendere e il lasciare. Quando ci sono i piedi si discerne l’andare e il venire. Quando ci sono le membra si discerne il piegarsi e l’allungarsi. Quando c’è il ventre si discerne la fame e la sete.

Allo stesso modo, monaci, quando c’è l’occhio, il piacere e il dolore sorgono internamente con il contatto visivo come condizione. Quando c’è l’orecchio, il piacere e il dolore sorgono internamente con il contatto uditivo come condizione …. Quando c’è la mente, il piacere e il dolore sorgono internamente con il contatto mentale come condizione.

Quando, monaci, non ci sono le mani non si discerne il prendere e il lasciare. Quando non ci sono i piedi non si discerne l’andare e il venire. Quando non ci sono le membra non si discerne il piegarsi e l’allungarsi. Quando non c’è il ventre non si discerne la fame e la sete.

Allo stesso modo, monaci, quando non c’è l’occhio nessun piacere e dolore sorgono internamente con il contatto visivo come condizione. Quando non c’è l’orecchio nessun piacere e dolore sorgono internamente con il contatto uditivo come condizione…. Quando non c’è la mente nessun piacere e dolore sorgono internamente con il contatto mentale come condizione.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.