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SN 35.230: Bāḷisikopama Sutta – La similitudine del pescatore

“Monaci, supponiamo che un pescatore lanci un amo con esca in un lago profondo, e che un pesce abbocchi. Quel pesce che ha abboccato all’amo del pescatore avrà solo disgrazie e sofferenze, e il pescatore potrà farne ciò che vuole. Così anche, monaci, ci sono questi sei ami nel mondo per la disgrazia degli esseri, per la sofferenza degli esseri viventi.

Ci sono, monaci, forme riconoscibili dall’occhio che sono desiderabili, adorabili, gradevoli, piacevoli, allettanti sensualmente, seducenti. Se un monaco cerca piacere in esse, le accoglie e rimane attaccato ad esse, è chiamato un monaco che ha abboccato all’amo di Mara. Egli ha trovato disgrazia e sofferenza, e il Maligno può fare di lui ciò che vuole.

Ci sono, monaci, suoni riconoscibili dall’orecchio … fenomeni mentali riconoscibili dalla mente che sono desiderabili … seducenti. Se un monaco cerca piacere in essi … il Maligno può fare di lui ciò che vuole.

Ci sono, monaci, forme riconoscibili dall’occhio che sono desiderabili, adorabili, gradevoli, piacevoli, allettanti sensualmente, seducenti. Se un monaco non cerca piacere in esse, non le accoglie e non rimane attaccato ad esse, è chiamato un monaco che non ha abboccato all’amo di Mara, che ha rotto l’amo, che ha distrutto l’amo. Non avrà disgrazia e sofferenza, e il Maligno non può fare di lui ciò che vuole.

Ci sono, monaci, suoni riconoscibili dall’orecchio … fenomeni mentali riconoscibili dalla mente che sono desiderabili … seducenti. Se un monaco non cerca piacere in essi … il Maligno non può fare di lui ciò che vuole,”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000). Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya