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SN 3.9: Yaññia Sutta – Sacrificio

1. A Savatthi.

2. A quel tempo il re Pasenadi del Kosala aveva fatto preparare un grande sacrificio di 500 tori, 500 vitelli, 500 vitelle, 500 capre e 500 maiali, già pronti per il sacrificio.

3. Persino gli schiavi, i messaggeri e i manovali svolgevano il loro lavoro con cura, pieni di spavento e con le lacrime agli occhi per paura di essere puniti.

4. Molti monaci, di mattina presto, dopo essersi vestiti ed aver preso le loro scodelle e i loro mantelli si recarono a Savatthi per la questua. Dopo la questua e dopo il pasto, di ritorno dal loro giro di elemosina si recarono dal Beato e, dopo averlo riverito ed essersi seduti ad un lato, gli dissero:

5. “Venerabile signore, il re Pasenadi del Kosala, ha fatto preparare un grande sacrificio di 500 tori, 500 vitelli, 500 vitelle, 500 capre e 500 maiali, già pronti per il sacrificio.

Persino gli schiavi, i messaggeri e i manovali svolgono il loro lavoro con cura, pieni di spavento e con le lacrime agli occhi per paura di essere puniti.”

6. Il Beato, conoscendo nel profondo il significato, recitò queste stanze:

“I sacrifici di cavalli, i sacrifici di esseri umani, con strumenti e con pettegolezzi vari,
con grandi alberi di banano, tutti questi rituali non portano buoni frutti.
Lì, capre, pecore e bovini sono ingiustamente uccisi,
tali sacrifici non sono approvati dai saggi.
I sacrifici senza danno, dove tutto è piacevole
dove capre, pecore e bovini non sono ingiustamente uccisi,
sono retti sacrifici e sono approvati dai saggi.
Il saggio svolge tali sacrifici perché danno buoni frutti
e persino i deva ne gioiscono.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya