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SN 22.103: Anta Sutta – Lati

A Sāvatthī.
“Monaci, ci sono questi quattro lati. Quali quattro? Il lato dell’identità, il lato dell’origine dell’identità, il lato della cessazione dell’identità e il lato della pratica che conduce alla cessazione dell’identità. E qual è il lato dell’identità? I cinque aggregati dell’attaccamento. Quali cinque? Gli aggregati dell’attaccamento della forma, della sensazione, della percezione, delle formazioni mentali e della coscienza. Questo è chiamato il lato dell’identità.

E qual è il lato dell’origine dell’identità? È il desiderio che porta a esistenze future, unito al piacere e alla brama, che trae soddisfazione in vari regni diversi. Cioè, la brama dei piaceri sensuali, la brama di nuove esistenze e la brama di porre fine all’esistenza. Questo è chiamato il lato dell’origine dell’identità.

E qual è il lato della cessazione dell’identità? È lo svanire e la cessazione di quella stessa brama senza alcun residuo; abbandonarla, lasciarla andare senza attaccamento. Questo è chiamato il lato della cessazione dell’identità.

E qual è il lato della pratica che conduce alla cessazione dell’identità? È semplicemente questo nobile ottuplice sentiero, cioè: retta visione, retto pensiero, retta parola, retta azione, retto sostentamento, retto sforzo, retta presenza mentale e retta concentrazione. Questo è chiamato il lato della pratica che conduce alla cessazione dell’identità. Questi sono i quattro lati.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya