A Savatthī. Il Beato così disse: “Monaci, un tempo Vepacitti, signore degli asura, era malato, sofferente, gravemente infermo. Quindi Sakka, il signore dei deva, si avvicinò a Vepacitti per informarsi della sua malattia. Vepacitti vide arrivare Sakka in lontananza e gli disse: “Guariscimi, signore dei deva”. “Insegnami, Vepacitti, la magia Sambara”. “Non la insegnerò, signore, senza il permesso degli asura.”
“Quindi, monaci, Vepacitti, signore degli asura, chiese agli asura:
”Posso insegnare la magia Sambara a Sakka, signore dei deva?”
“Non farlo, signore.”
“Quindi, monaci, Vepacitti, signore degli asura, si rivolse a Sakka, signore dei deva, in versi:
Tale magia – O Maghava, o Sakka,
re dei deva, marito di Suja—
conduce nei terribili mondi infernali
per cento anni, come Sambara.”
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Connected Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2000).
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Samyutta Nikaya