… in cerca di elemosina nella regione di Cetiya, si mise in cammino verso Bhaddavatikā. I mandriani, i caprai, i contadini, i viaggiatori videro il signore venire da lontano e vedendolo gli dissero: “Non permettere, signore, che il signore vada ad Ambatittha; signore, ad Ambatittha un serpente vive nell’eremo di un asceta dai capelli a stuoia; ha poteri psichici, è un serpente terribilmente velenoso; non permettere che gli faccia del male.” Dopo queste parole, il signore rimase in silenzio. E una seconda volta… E una terza volta mandriani, caprai, contadini, viaggiatori dissero al signore: “Non permettere, signore, che il signore vada ad Ambatittha; … non permettere che gli faccia del male.” E per la terza volta il signore tacque. Poi il signore, in cerca di elemosina, arrivò a Bhaddavatikā. Il signore soggiornò a Bhaddavatika e sedette in meditazione con profonda consapevolezza. Allora quel serpente, vedendo il venerabile Sāgata entrare emise del fumo. E il venerabile Sāgata emise del fumo. Allora quel serpente, colmo di rabbia, emise una fiamma e il venerabile Sāgata, avendo raggiunto la condizione del fuoco, emise una fiamma. Poi il venerabile Sāgata, avendo dominato il fuoco del serpente con il proprio, si avvicinò a Bhaddavatika. Quindi il signore, dopo aver soggiornato a Bhaddavatikā per il tempo che riteneva opportuno, partì in un giro di elemosine verso Kosambī. I seguaci laici di Kosambī sentirono: “Dicono che il maestro Sāgata sia entrato in lotta con il serpente di Ambatittha.”
Allora il signore, andando in giro a chiedere l’elemosina, poco dopo arrivò a Kosambī.
I seguaci laici di Kosambī, dopo aver incontrato il signore, si avvicinarono al venerabile Sāgata; dopo essersi avvicinati e aver salutato il venerabile Sāgata, si misero a rispettosa distanza, e chiesero al venerabile Sāgata:
“Onorato signore, cosa è difficile da ottenere per i maestri e gradito (da loro)? Cosa possiamo offrire?”
Dopo queste parole, alcuni monaci si rivolsero ai seguaci laici di Kosambī:
“C’è, venerabili, un liquore chiamato acquavite bianca; è difficile da ottenere per i monaci e gradito (da loro). Offritelo.”
Allora i seguaci laici di Kosambī, dopo aver distribuito il liquore, vedendo il venerabile Sāgata in giro in cerca di elemosina, dissero al venerabile Sāgata:
“Onorato signore, lasciate che il maestro Sāgata beva il liquore, onorato signore, lasciate che il maestro Sāgata beva il liquore.”
Allora il venerabile Sagata, dopo aver bevuto il liquore, mentre si allontanava dalla città, si accasciò alle porte della città. Quindi il signore, partendo dalla città con una grande comunità di monaci, vide il venerabile Sāgata accasciato alle porte della città; vedendolo, si rivolse ai monaci dicendo:
“Monaci, prendete Sāgata.”
“Sì, signore.”, risposero i monaci che, dopo aver condotto il venerabile Sāgata al monastero, lo fecero sdraiare con la testa rivolta verso il signore. Quindi il venerabile Sāgata, dopo essersi girato, si addormentò con i piedi rivolti verso il signore. Allora il signore si rivolse ai monaci dicendo:
“Monaci, in passato Sāgata non era forse rispettoso, deferente nei confronti del Tathāgata?”
“Sì, signore.”
“Ma, monaci, ora Sāgata è rispettoso, deferente verso il Tathāgata?”
“No, signore.”
“Monaci, Sāgata non ha forse lottato con il serpente di Ambatittha?”
“Sì, signore.”
“Ma, monaci, Sāgata è in grado di lottare con il serpente di Ambatittha ora?”
“No, signore.”
“Ma, monaci, potrebbe diventare incosciente, avendo bevuto ciò che può essere bevuto?”
“No, signore.”
“Monaci, non si addice a Sāgata, non è decoroso, non è adatto, non è degno di un asceta, non è ammissibile, non si deve fare. Monaci, come può Sāgata bere bevande forti? Non è, monaci, per compiacere coloro che non sono (ancora) appagati… E così, monaci, questa regola di pratica dovrebbe essere così enunciata:
“Nel bere liquori e alcolici fermentati c’è una colpa da espiare.”
Liquore fermentato significa: se si tratta di liquore fermentato di farina, di liquore fermentato di cereali, di liquore fermentato di riso cotto, se si tratta di lievito lavorato, se è mescolato con ingredienti.
Liquore significa: se è un estratto di fiori, un estratto di frutta, un estratto di miele, un estratto di zucchero, se è mescolato con gli ingredienti. Se si beve anche solo con un filo d’erba, c’è una colpa da espiare.
Se pensa che sia una bevanda forte quando lo è, (e la) beve, c’è colpa di espiazione. Se è in dubbio se sia una bevanda forte… Se pensa che non sia una bevanda forte quando è una bevanda forte e la beve, c’è colpa di espiazione. Se pensa che sia una bevanda forte quando non lo è, c’è una colpa di espiazione. Se dubita che non sia una bevanda forte, c’è colpa di espiazione. Se pensa che non sia una bevanda forte quando non lo è, non c’è colpa.
Non c’è colpa se beve ciò che non è una bevanda forte anche se assume il colore di una bevanda forte, l’odore di una bevanda forte, il sapore di una bevanda forte; se è in un intruglio di brodo, in un intruglio di carne, in un intruglio di olio, di melassa e di mirobala; se beve un liquore distillato che non è una bevanda forte; se è pazzo, se è la prima colpa.
Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di I.B. Horner, The Book of the Discipline. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.
Testo: Pācittiya