Skip to content

Patthana: Capitolo 16

16. Indriya-Paccaya (controllo)

La relazione di controllo è di tre tipi, vale a dire la coesistenza, la preesistenza e la vita fisica.

Di questi, i paccaya-dhamma del primo tipo sono i quindici controlli coesistenti, vale a dire, vita psichica, coscienza, piacere, dolore, gioia, sofferenza, indifferenza edonistica, fede, energia, consapevolezza, concentrazione, ragione, pensiero: “Io-verrò-a-conoscere-l’ignoto (Nibbana)”, il pensiero: “Io-so”, e il pensiero: “Io-ho-conosciuto”. I paccayuppanna-dhamma sono le loro proprietà coesistenti, sia mentali che materiali.

paccaya-dhamma del secondo tipo sono i cinque organi senzienti: l’occhio, l’orecchio, il naso, la lingua e il corpo. I paccayupanna-dhamma sono i cinque sensi insieme ai loro concomitanti.

paccaya-dhamma del terzo tipo è solo uno, cioè la vita fisica stessa. E tutte le qualità materiali nate dal kamma, ad eccezione della stessa vita fisica, sono i suoi paccayuppanna-dhamma.

In che senso si deve intendere indriya? È da intendersi nel senso di “esercitare il controllo su”. Su cosa esercita il controllo? Esercita il controllo sui suoi paccayuppanna-dhamma. In quale funzione? Nelle loro rispettive funzioni. La vita psichica esercita il controllo sulle sue proprietà mentali coesistenti nell’infondere la vita, cioè nella questione del loro prolungamento per continuità. La coscienza esercita il controllo sulla questione del pensare a un oggetto.

Qui, alcuni potrebbero porre una domanda come questa: “Perché i due sessi – la femmina e il maschio – che sono compresi nella categoria dei controlli, non sono presenti in questa relazione come paccaya-dhamma?” 
La risposta è: perché non hanno nessuna delle funzioni di un paccaya. Un paccaya ha tre tipi di funzionamento, vale a dire, produrre, supportare e mantenere. Qui, se A è causalmente correlato a B nel sorgere di B, si dice che il funzionamento di A è quello di produrre, perché se A non si fosse verificato, il sorgere di B sarebbe stato impossibile. Il funzionamento di Anantara può essere qui citato. Di nuovo, se A è causalmente correlato a B nell’esistenza, nello sviluppo e nella prosperità di B, si dice che il funzionamento di A è quello di supporto, perché se A non avvenisse B non si reggerebbe, si svilupperebbe e prospererebbe. La relazione di Pacchajata servirà qui come esempio. E, se A è causalmente correlato a B nel prolungamento per continuità di B, si dice che il funzionamento di A è quello del mantenimento, perché se A non esistesse, il prolungamento di B sarebbe ostacolato e la sua continuità sarebbe incompleta. Il funzionamento della vita fisica lo illustrerà.

Ora, i due sessi non eseguono nessuna delle suddette tre funzioni. Pertanto, non sono presi come un paccaya-dhamma in questa relazione di controllo. Se è così, devono ancora essere chiamati controlli? Sì, devono essere chiamati controlli. Perché? Perché hanno qualcosa del potere di controllo. Controllano il corpo nella sua struttura sessuale (linga), nel suo aspetto (nimitta), nei suoi caratteri (kutta) e nelle sue disposizioni esteriori (akappa). Pertanto, nel periodo del concepimento, se il sesso femminile è prodotto in un essere, tutta la sua personalità, cioè i cinque aggregati prodotti dalle Quattro Cause (kamma, e così via), tende alla femminilità. L’intero corpo, infatti, non mostra nient’altro che la struttura femminile, l’aspetto femminile, il carattere femminile e la disposizione esteriore femminile. Qui, né il sesso femminile produce quelle qualità, né le sostiene, né le mantiene. Ma, in effetti, quando il corpo (cioè i cinque aggregati) viene ad esistere, il sesso esercita il controllo su di esso come se esso (il sesso) gli desse l’ordine di diventare così e così. Anche tutti gli aggregati diventano conformi al sesso, e non fuori conformità. Tale è il potere di controllo del sesso femminile nella struttura femminile. Allo stesso modo il sesso maschile esercita il controllo nella struttura maschile. Così i due sessi hanno funzioni di controllo nelle strutture, quindi possono “essere chiamati controlli”.

Per quanto riguarda la base del cervello, sebbene funga da base per i due elementi della cognizione mentale, non li controlla in alcun modo. Perché, sia che il cervello sia puro o meno, gli elementi della cognizione mentale in una persona di mente ben addestrata non si conformano mai ad esso.

Fine della relazione Indriya.

The Patthanuddesa Dipani di Mahathera Ledi Sayadaw & Sayadaw U Nyana. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoPatthana