DN 22: Maha-satipatthana Sutta - Il grande sermone sui fondamenti della presenza mentale
Così ho sentito. Una volta il Benedetto soggiornava nel paese dei Kuru, in una città dei Kuru chiamata Kammasadhamma. Là il Benedetto si è rivolto ai monaci dicendo: "Monaci". I monaci hanno risposto:"Signore". Il Benedetto allora disse: ' I quattro fondamenti della presenza mentale sono il sentiero diretto per la purificazione degli esseri, per vincere la sofferenza e la pena, per liberarsi dal dolore e dall’angoscia, per realizzare il giusto metodo e raggiungere la liberazione. Quali quattro? Ecco: un monaco rimane concentrato presso il corpo sul corpo - instancabile, attento e consapevole – avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo; rimane concentrato presso le sensazioni sulle sensazioni - instancabile, attento e consapevole - avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo; rimane concentrato presso la mente sulla mente - instancabile , attento e consapevole - avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo; rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali - instancabile, attento e consapevole - avendo rimosso la cupidigia e l’angoscia nei riguardi del mondo.
La contemplazione del corpo
"E come fa un monaco a rimanere concentrato presso il corpo sul corpo?
"Un monaco – si reca in una foresta, ai piedi di un albero in un luogo
isolato, siede incrociando le gambe, mantenendo il corpo eretto e
applicando la piena attenzione. Consapevole inspira, consapevole espira.
Quando inspira lungamente è consapevole di inspirare lungamente; quando
espira lungamente è consapevole di espirare lungamente; quando inspira
brevemente, è consapevole di inspirare brevemente; quando espira
brevemente è consapevole di espirare brevemente. Egli si esercita ad
inspirare sperimentando l’intero corpo e ad espirare sperimentando
l’intero corpo. Egli si esercita ad inspirare calmando l’attività
corporea dell’inspirazione e ad espirare calmando l’attività corporea
dell’espirazione.
Così come un abile vasaio o il suo apprendista facendo girare lungamente
(la ruota) sa che la sta facendo girare lungamente, oppure facendo
girare brevemente (la ruota) sa che la sta facendo girare brevemente.
Così il monaco quando inspira lungamente è consapevole di inspirare
lungamente, quando espira lungamente è consapevole di espirare
lungamente, quando inspira brevemente è consapevole di inspirare
brevemente e quando espira brevemente è consapevole di espirare
brevemente. Egli si esercita ad inspirare calmando l’attività corporea
dell’inspirazione e ad espirare calmando l’attività corporea
dell’espirazione. In questo modo rimane concentrato presso il corpo
interno sul corpo, o presso il corpo esterno sul corpo o interiormente e
esteriormente presso il corpo. Oppure rimane concentrato sul fenomeno
del nascere del corpo, o sul fenomeno del cessare del corpo o sui
fenomeni del nascere e cessare del corpo. La sua consapevolezza che
"esiste un corpo" viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza
e di piena presenza mentale. Egli rimane libero e nulla desidera al
mondo. Così un monaco rimane concentrato presso il corpo sul corpo.
"Inoltre: il monaco, quando cammina, è consapevole che sta camminando,
quando è in piedi è consapevole che sta in piedi, quando è seduto è
consapevole che sta seduto, quando è sdraiato è consapevole che sta
sdraiato. In qualsiasi posizione sia il proprio corpo egli ne è
consapevole. "Inoltre: il monaco è pienamente consapevole di ciò che sta
facendo, quando viene e quando va; quando guarda e quando non guarda;
quando si china e quando si distende; quando indossa l'abito e quando
porta la scodella dell'elemosina; quando mangia e quando beve; quando
mastica e quando gusta; quando defeca e quando urina; quando cammina o
quando sta seduto; quando s’addormenta e quando si risveglia, quando
parla e quando rimane in silenzio, egli è sempre pienamente consapevole.
"Come se vi fosse un sacco, con due aperture una sopra e una sotto,
pieno di vari tipi di grani – frumento, riso, fagioli verdi, fagioli
nani, semi di sesamo, riso decorticato - e un uomo di buona vista,
aprendolo, controllasse: "Questo è frumento. Questo è riso. Questi sono
fagioli verdi. Questi sono fagioli nani. Questi sono semi di sesamo.
Questo è riso decorticato", così o monaci, un monaco contempla il
proprio stesso corpo: dalle piante dei piedi verso l’alto e dalla cima
della testa verso il basso, coperto dalla pelle e pieno di vari generi
di cose impure: 'in questo corpo ci sono capelli, peli, unghie, denti,
pelle, carne, tendini, ossa, midollo osseo, reni, cuore, fegato, pleura,
milza, polmoni, stomaco, intestini, esofago, feci, bile, flegma, pus,
sangue, sudore, grasso, lacrime, siero, saliva, muco, liquido
articolare, urina". "Come se un abile macellaio o il suo apprendista,
dopo aver macellato una mucca, la dividesse a pezzi, così il monaco
contempla il proprio stesso corpo in termini di elementi: 'in questo
corpo c’è l’elemento terra, l’elemento acqua, l’elemento fuoco e
l’elemento aria." "O ancora, come se dovesse osservare un cadavere
gettato in una fossa aperta - un giorno, due giorni, tre giorni –
gonfio, livido, putrefatto, così il monaco contempla il proprio stesso
corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo
destino inevitabile" "O ancora, come se dovesse osservare un cadavere
gettato in una fossa aperta, divorato da corvi, avvoltoi, falchi, cani,
iene e da altre specie di animali, così il monaco contempla il proprio
stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è
il suo destino inevitabile"
"O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa
aperta, ridotto ad uno scheletro dove carne e sangue sono dissolti,
tenuto assieme solo dai tendini, così il monaco contempla il proprio
stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è
il suo destino inevitabile"
"O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa
aperta, uno scheletro senza più carne, con sangue sparso sulle ossa
tenute assieme dai tendini, così il monaco contempla il proprio stesso
corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo
destino inevitabile"
"O ancora , come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa
aperta, uno scheletro senza più sangue né carne con le ossa tenute
assieme dai tendini, così il monaco contempla il proprio stesso corpo:
uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino
inevitabile"
"O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa
aperta, ridotto ad un mucchio d’ossa non più tenute assieme dai tendini,
sparse in tutte le direzioni: qui un osso della mano, là un osso del
piede, della gamba, della coscia, dell’anca , una costola, una
mandibola, denti e frammenti del cranio, così il monaco contempla il
proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il suo futuro,
uguale è il suo destino inevitabile"
"O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa
aperta, di cui rimangono solo le ossa, bianche come le conchiglie, così
il monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura,
uguale è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile"
"O ancora, come se dovesse osservare un cadavere gettato in una fossa
aperta, le cui ossa, dopo un anno, sono state ammucchiate, così il
monaco contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale
è il suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile"
"O ancora, come se dovesse vedere un cadavere gettato in una fossa
aperta, ridotto ad ossa putrefatte e polverizzate, così il monaco
contempla il proprio stesso corpo: uguale è la sua natura, uguale è il
suo futuro, uguale è il suo destino inevitabile"
In questo modo rimane concentrato presso il corpo interno sul corpo, o
presso il corpo esterno sul corpo o interiormente e esteriormente presso
il corpo sul corpo. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere
del corpo, o sul fenomeno del cessare del corpo o sui fenomeni del
nascere e cessare del corpo. La sua consapevolezza che "esiste un corpo"
viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena
presenza mentale. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un
monaco rimane concentrato presso il corpo sul corpo.
La contemplazione delle sensazioni
E come fa un monaco a rimanere concentrato presso le sensazioni sulle
sensazioni?
"Un monaco, quando prova una sensazione dolorosa, è consapevole di
provare una sensazione dolorosa. Quando prova una sensazione piacevole,
è consapevole di provare una sensazione piacevole. Quando prova una
sensazione indifferente, è consapevole di provare una sensazione
indifferente. Quando prova una sensazione dolorosa materiale, è
consapevole di provare una sensazione dolorosa materiale. Quando prova
una sensazione dolorosa non materiale, è consapevole di provare una
sensazione dolorosa non materiale. Quando prova una sensazione piacevole
materiale, è consapevole di provare una sensazione piacevole materiale.
Quando prova una sensazione piacevole non materiale, è consapevole di
provare una sensazione piacevole non materiale. Quando prova una
sensazione indifferente materiale, è consapevole di provare una
sensazione indifferente materiale. Quando prova una sensazione
indifferente non materiale, è consapevole di provare una sensazione
indifferente non materiale. In questo modo rimane concentrato presso le
sensazioni interne sulle sensazioni, o presso le sensazioni esterne
sulle sensazioni o interiormente e esteriormente presso le sensazioni
sulle sensazioni. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere
delle sensazioni, o sul fenomeno del cessare delle sensazioni o sui
fenomeni del nascere e cessare delle sensazioni. La sua consapevolezza
che "esistono le sensazioni" viene mantenuta fino allo stato di più alta
conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al
mondo. Così un monaco rimane concentrato presso le sensazioni sulle
sensazioni.
La consapevolezza della mente
E come fa un monaco a rimanere concentrato presso la mente sulla mente?
"Un monaco, quando nella mente vi è passione, è consapevole che nella
mente c’è passione. Quando nella mente non vi è passione, è consapevole
che nella mente non c’è passione. Quando nella mente vi è avversione, è
consapevole che nella mente c’è avversione. Quando nella mente non vi è
avversione, è consapevole che nella mente non c’è avversione. Quando
nella mente vi è delusione, è consapevole che nella mente c’è delusione.
Quando nella mente non vi è delusione, è consapevole che nella mente non
c’è delusione.
'Quando la mente è limitata, è consapevole che la mente è limitata.
Quando la mente è agitata, è consapevole che la mente è agitata. Quando
la mente è esaltata, è consapevole che la mente è esaltata. Quando la
mente non è esaltata, è consapevole che la mente non è esaltata. Quando
la mente è trascesa, è consapevole che la mente è trascesa. Quando la
mente non è trascesa, è consapevole che la mente non è trascesa. Quando
la mente è concentrata, è consapevole che la mente è concentrata. Quando
la mente non è concentrata, è consapevole che la mente non è
concentrata. Quando la mente è liberata, è consapevole che la mente è
liberata. Quando la mente non è liberata, è consapevole che la mente non
è liberata.
In questo modo rimane concentrato presso la mente interna sulla mente, o
presso la mente esterna sulla mente o interiormente e esteriormente
presso la mente sulla mente. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del
nascere della mente, o sul fenomeno del cessare della mente o sui
fenomeni del nascere e cessare della mente. La sua consapevolezza che
"esiste la mente" viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza
e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo.
Così un monaco rimane concentrato sulla mente in essa e su essa.
La contemplazione degli oggetti mentali
E come fa un monaco a rimanere concentrato presso gli oggetti mentali
sugli oggetti mentali?
" Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali in riferimento ai cinque ostacoli. E come un monaco rimane
concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in
riferimento ai cinque ostacoli? Quando in lui vi è desiderio sensuale,
un monaco è consapevole che 'vi è desiderio sensuale in me. O, quando in
lui non vi è desiderio sensuale, è consapevole che 'non c’è desiderio
sensuale in me. Egli è consapevole come nasca il desiderio sensuale non
ancora nato. E’ consapevole come il desiderio sensuale nato in lui venga
abbandonato. Ed è consapevole come il desiderio sensuale – una volta
abbandonato - non compaia più.
Così quando in lui sono presenti: malizia o pigrizia e torpore o ansia
ed agitazione o dubbio o altri oggetti mentali; egli n’è consapevole.
In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni
sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli
oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti
mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno
del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli
oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti
mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli oggetti mentali" viene
mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione.
Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane
concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in
riferimento ai cinque ostacoli.
"Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali in riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento (khandha).
E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli
oggetti mentali in riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento
(khandha)?
Un monaco è consapevole che ‘questa è la forma (rupa), questa è la sua
origine, questa è la sua cessazione.'
‘queste sono le sensazioni (vedana), questa è la loro origine, questa è
la loro cessazione.'
‘questa è la percezione (sanna), questa è la sua origine, questa è la
sua cessazione.' ;
‘questi sono gli elementi condizionati (sankhara – pensiero discorsivo,
volizione), questa è la loro origine, questa è la loro cessazione.' ;
‘questa è la coscienza (vinnana), questa è la sua origine, questa è la
sua cessazione.'; In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti
mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali
esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli
oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul
fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare
degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti
mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli oggetti mentali" viene
mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione.
Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane
concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in
riferimento ai cinque aggregati dell’attaccamento (khandha). "Un monaco
rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in
riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed esterni. E come un
monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali in riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed
esterni.
Un monaco conosce l’occhio, conosce le forme, conosce quei legami
generati dal contatto tra occhio e forme. Egli è consapevole come
nascano questi legami non ancora nati. E’ consapevole come questi legami
nati in lui vengano abbandonati. Ed è consapevole come tali legami – una
volta abbandonati - non compaiano più.
Così, conoscendo l’orecchio ed il suono; il naso e l’odore; la lingua ed
il sapore; il corpo e le sensazioni fisiche come nascano questi legami
generati dal contatto. E’ consapevole come questi legami nati in lui
vengano abbandonati. Ed è consapevole come tali legami – una volta
abbandonati –non compaiano più. In questo modo rimane concentrato presso
gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti
mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente
presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane
concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul
fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e
cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli
oggetti mentali" viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza
e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo.
Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli
oggetti mentali in riferimento ai sei sensi della percezione, interni ed
esterni.
I sette fattori del Risveglio
"Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sette fattori del risveglio. E come un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in riferimento ai sette fattori del risveglio? Quando in lui è presente il fattore del risveglio della presenza mentale è consapevole che in lui vi è la presenza mentale come fattore del risveglio Oppure quando in lui non è presente il fattore del risveglio della presenza mentale è consapevole che in lui non c’è la presenza mentale come fattore del risveglio. Egli è consapevole come vi sia il nascere della presenza mentale - non ancora sorta –come fattore del risveglio. E è consapevole del completamento dello sviluppo della presenza mentale come fattore del risveglio, una volta che questa è sorta.
(La stessa formula è ripetuta per i rimanenti fattori del Risveglio: analisi della dottrina, persistenza, beatitudine, serenità, concentrazione ed equanimità.)
In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni sugli oggetti mentali, o presso gli oggetti mentali esterni sugli oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli oggetti mentali" viene mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione. Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali, in riferimento ai sette fattori del risveglio.
Le Quattro Nobili Verità
" Un monaco rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti
mentali in riferimento alle quattro nobili verità. E come un monaco
rimane concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali in
riferimento alle quattro nobili verità? Egli conosce – attraverso
l’esperienza presente – "Questo è il dolore…… Questa è l’origine del
dolore…… Questa è la cessazione del dolore……Questo è il sentiero che
porta alla cessazione del dolore……
(I) "E cos’è, o monaci, la nobile verità del dolore? La nascita è
dolore, la vecchiaia è dolore, la morte è dolore, la sofferenza, le
lamentazioni, il dolore fisico, l’angoscia e la disperazione sono
dolore. Essere costretti al contatto con ciò che non si ama è dolore,
essere separati da ciò che si ama è dolore. Non ottenere ciò che si
desidera è dolore. In breve i cinque aggregati dell’attaccamento
(khandha) sono dolore.
'E cos’è la nascita? Ogni nascita, il nascere, il discendere, il venire
al mondo, l’uscire, l’apparire degli aggregati e acquisire la sfera dei
sensi - di vari esseri in questo o quel gruppo di esseri – questo è
chiamato nascita.
'E cos’è la vecchiaia? Ogni invecchiamento, la decadenza, la fragilità,
la canizie, la rugosità, il declino della forza vitale, l’indebolimento
delle facoltà di vari esseri in questo o quel gruppo di esseri, questo è
chiamato vecchiaia.
'E cos’è la morte? Ogni decesso, la distruzione, la scomparsa, il
morire, la morte, l’esaurimento del proprio tempo, la distruzione degli
aggregati, l’uscita dal corpo, l’interruzione delle facoltà vitali di
vari esseri in questo o quel gruppo di esseri, questo è chiamato morte.
'E cos’è la sofferenza? Ciò che dispiace, l’afflizione, la tristezza, il
dispiacere, il dolore interiore di chi soffre per la cattiva sorte,
l’essere colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata sofferenza.
"E cos’è la lamentazione? Ogni pianto, l’addolorarsi, il grido, le
lacrime, il piangere, il lamento di chiunque soffra per la cattiva
sorte, colpito da eventi dolorosi, questa è chiamata lamentazione.
"E cos’è il dolore fisico? Ogni dolore che colpisce il corpo, disagio,
dolore e stress causati dal contatto fisico, questo è chiamato dolore
fisico.
"E cos’è l’angoscia? Ogni dolore psichico, disagio mentale, dolore e
stress che nascono dal contatto con la mente, questa è chiamata
angoscia.
"E cos’è la disperazione? Ogni depressione, la disperazione di chiunque
soffra per la cattiva sorte, colpito da eventi dolorosi, questa è
chiamata disperazione.
"E perché è doloroso essere costretti al contatto con ciò che non si
ama? Quando uno è soggetto a visioni, suoni, odori, sapori o sensazioni
tattili indesiderabili, sgradevoli, ripugnanti. Oppure quando ha
contatti, connessioni, relazioni, interazioni con quelli che gli
augurano malattie, che desiderano il suo male, il suo disagio, la sua
schiavitù. Questo è chiamato dolore causato dal contatto con ciò che non
si ama.
"E perché è doloroso essere separati da ciò che si ama? Quando uno è
privato delle visioni, suoni, odori, sapori o sensazioni tattili
desiderabili, gradevoli, attraenti. Oppure quando non ha contatti,
connessioni, relazioni, interazioni con quelli che desiderano il suo
bene, il suo benessere, il suo agio, la sua libertà dalla schiavitù.
Separato da madre, padre, fratelli, sorelle, amici, compagni o parenti.
Questo è chiamato dolore causato dalla separazione da ciò che si ama.
"E perché è doloroso non ottenere ciò che si desidera? Per le creature
soggette alla nascita nasce il desiderio " se si potesse non essere più
soggetti alla nascita, se si potesse non nascere più". Ma questo con il
desiderio non può essere raggiunto. Questo è il dolore che consiste nel
non ottenere ciò che si desidera. Per le creature soggette alla
vecchiaia ……. Alla malattia…. alla morte ….. alla sofferenza …..alla
lamentazione …… al dolore fisico ……all’angoscia ….. alla disperazione
nasce il desiderio "se si potesse non essere più soggetti alla
disperazione, se si potesse non disperarci più". Ma questo con il
desiderio non può essere raggiunto. Questo è il dolore che consiste nel
non ottenere ciò che si desidera. "E quali sono i cinque aggregati
dell’attaccamento (khandha) che, in breve, sono dolore? La forma (rupa),
le sensazioni (vedana), la percezione (sanna), gli elementi condizionati
(sankhara – pensiero discorsivo, volizione), la coscienza (vinnana).
Questi sono chiamati i cinque aggregati dell’attaccamento che – in breve
– sono dolore.
"Questa è chiamata la nobile verità del dolore.
(II) "E cos’è, o monaci, la nobile verità dell’origine del dolore? Il
desiderio di ulteriori nascite, accompagnato dalla passione e dal
piacere, goduto qui e là – come il desiderio di piaceri sensuali, il
desiderio di essere, il desiderio di non essere.
"E dove nasce questo desiderio quando nasce? E dove si stabilisce quando
si stabilisce? In tutto quello che è gradevole e attraente in termini
mondani: è qui che il desiderio nasce quando nasce ed è qui che si
stabilisce quando si stabilisce.
"E cos’è gradevole e attraente in termini mondani? L’occhio conduce a
ciò che è gradevole e attraente in termini mondani: qui è dove nasce
questo desiderio quando nasce. Qui si stabilisce quando si stabilisce.
L’orecchio ……Il naso …..La lingua …..Il corpo …..La mente ……La forma …….
Il suono …..Il profumo …… Il sapore ……Il contatto fisico …. Le idee …..
La coscienza visiva ….. La coscienza uditiva …..La coscienza olfattiva …..La coscienza gustativa ……La coscienza fisica …..La coscienza mentale …..
Il contatto visivo ….. Il contatto uditivo …..Il contatto olfattivo …… Il contatto gustativo ….. Il contatto fisico ……Il contatto mentale ….. La sensazione nata dal contatto visivo ….. La sensazione nata dal contatto uditivo ……La sensazione nata dal contatto olfattivo …. La sensazione nata dal contatto gustativo …….La sensazione nata dal contatto fisico …. La sensazione nata dal contatto mentale
La percezione della forma …….. La percezione del suono ……La percezione del profumo …….La percezione del sapore …….La percezione del contatto fisico …. La percezione delle idee ……
La valutazione della forma …… La valutazione del suono ….. La valutazione del profumo ……. La valutazione del sapore ……La valutazione del contatto fisico …..La valutazione delle idee …..
Il desiderio della forma ….. Il desiderio del suono ……… Il desiderio del profumo …. Il desiderio del sapore …… Il desiderio del contatto fisico …..Il desiderio delle idee …..
Il pensiero sostenuto rivolto alla forma …… Il pensiero sostenuto rivolto al suono …. Il pensiero sostenuto rivolto al profumo …... Il pensiero sostenuto rivolto al sapore ….
Il pensiero sostenuto rivolto al contatto fisico …. Il pensiero sostenuto rivolto al idee…. ….La ricerca della forma …..La ricerca del suono …….La ricerca del profumo …..La ricerca del sapore …… La ricerca del contatto fisico …..La ricerca delle idee
Questa è chiamata la nobile verità dell’origine del dolore.
(III) "E cos’è, o monaci la nobile verità della cessazione del dolore?
La scomparsa e la cessazione senza residui, la rinuncia, l’abbandono, la
liberazione, il lasciar andare questo desiderio.
"E dove, quando viene abbandonato, questo desiderio è abbandonato? E
quando – essendo cessato – esso cessa? In tutto ciò che è gradevole e
attraente in termini mondani: qui è dove questo desiderio è abbandonato,
quando viene abbandonato. Qui cessa, quando cessa.
"E cos’è gradevole e attraente in termini mondani? L’occhio conduce a
ciò che è gradevole e attraente in termini mondani: qui è dove questo
desiderio è abbandonato, quando viene abbandonato. Qui cessa, quando
cessa.
L’orecchio ……Il naso ……La lingua …. Il corpo ….. La mente ….
La forma …….Il suono ….. Il profumo …. Il sapore …… Il contatto fisico ….Le idee ..
La coscienza visiva ….. La coscienza ……La coscienza olfattiva …..La coscienza gustativa ……. La coscienza ……La coscienza ……
Il contatto visivo…… Il contatto uditivo……. Il contatto olfattivo…….Il contatto gustativo…..
Il contatto fisico……. Il contatto mentale…….
La sensazione nata dal contatto visivo ….. La sensazione nata dal contatto uditivo ……La sensazione nata dal contatto olfattivo …. La sensazione nata dal contatto gustativo …….La sensazione nata dal contatto fisico …. La sensazione nata dal contatto mentale
La percezione della forma …….. La percezione del suono ……La percezione del profumo …….La percezione del sapore …….La percezione del contatto fisico …. La percezione delle idee ……
La valutazione della forma …… La valutazione del suono ….. La valutazione del profumo ……. La valutazione del sapore ……La valutazione del contatto fisico …..La valutazione delle idee …..
Il desiderio della forma ….. Il desiderio del suono ……… Il desiderio del profumo …. Il desiderio del sapore …… Il desiderio del contatto fisico …..Il desiderio delle idee …..
Il pensiero sostenuto rivolto alla forma …… Il pensiero sostenuto rivolto al suono …. Il pensiero sostenuto rivolto al profumo …... Il pensiero sostenuto rivolto al sapore ….
Il pensiero sostenuto rivolto al contatto fisico …. Il pensiero sostenuto rivolto al idee…. …
La ricerca della forma …..La ricerca del suono …….La ricerca del profumo …..La ricerca del sapore …… La ricerca del contatto fisico …..La ricerca delle idee
Questa è chiamata la nobile verità della cessazione del dolore.
(IV) "E cos’è o monaci la nobile verità del sentiero che porta alla
cessazione del dolore? Il nobile ottuplice sentiero: retto pensiero,
retta intenzione, retta parola, retta azione, retti mezzi di
sostentamento, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione.
"E cos’è il retto pensiero? La conoscenza delle quattro nobili verità:
conoscenza del dolore, dell’origine del dolore, della cessazione del
dolore, del sentiero che porta alla cessazione del dolore: questo è
chiamato retto pensiero.
"E cos’è la retta intenzione? Aspirare alla rinuncia, a liberarsi dalla
malevolenza, a non nuocere: questa è chiamata retta intenzione.
"E cos’è la retta parola? Astenersi dal mentire, da parole che dividono,
da parole che feriscono e da chiacchiere: questa è chiamata retta
parola.
"E cos’è la retta azione? Astenersi dall’uccidere, dal rubare, da una
condotta sessuale illecita, dall’uso di intossicanti.
"E cosa sono i retti mezzi di sostentamento? Quando un discepolo del
Nobile, avendo abbandonato la propria vita disonesta, si mantiene grazie
a retti mezzi di sostentamento: questi sono chiamati retti mezzi di
sostentamento.
"E cos’è il retto sforzo? Quando un monaco esprime il desiderio, il
tentativo, sviluppa la persistenza, mantiene la sua intenzione di
evitare il sorgere di elementi nocivi e non utili, che non sono ancora
sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la
persistenza, mantiene la sua intenzione di abbandonare gli elementi
nocivi e non utili, che sono sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la
persistenza, mantiene la sua intenzione di far sorgere elementi utili,
che non sono ancora sorti.
Quando un monaco esprime il desiderio, il tentativo, sviluppa la
persistenza, mantiene la sua intenzione di mantenere, non confondere,
aumentare, completare, sviluppare e culminare gli elementi utili che
sono sorti: questo è chiamato retto sforzo.
"E cos’è la retta consapevolezza? Quando un monaco rimanendo concentrato
sul corpo in esso e su esso - energico, attento e consapevole -
abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo. Rimanendo
concentrato sulle sensazioni in esse e su esse - energico, attento e
consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
Rimanendo concentrato sulla mente in essa e su essa - energico, attento
e consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia relative al mondo.
Rimanendo concentrato sugli oggetti mentali in essi e su essi -
energico, attento e consapevole - abbandona le passioni e l’angoscia
relative al mondo.
"E cos’è la retta concentrazione? Vi è il caso in cui un monaco –
tranquillo, al riparo dalle passioni sensuali e dagli elementi mentali
nocivi – entra e rimane nel primo jhana, costituito da beatitudine e
piacere, sorti dal distacco, accompagnati dal pensiero sostenuto e dalla
valutazione (critica). Rendendo stabile il pensiero sostenuto e la
valutazione (critica) egli entra e rimane nel secondo jhana, costituito
da beatitudine e piacere, sorti dalla composizione e unificazione della
mente, libera dal pensiero sostenuto e dalla valutazione (critica). Con
il cessare della beatitudine egli rimane equanime, consapevole e
attento, fisicamente sensibile al piacere. Egli entra e rimane nel terzo
jhana, del quale i Nobili dicono: "Equanime e consapevole egli ha una
piacevole dimora". Abbandonando il piacere e il dolore – con il primo
dissolversi di gioia e preoccupazione – egli entra e rimane nel quarto
jhana, costituito dalla pura equanimità e consapevolezza, priva di
piacere e dolore. Questa è chiamata retta concentrazione.
Questa è chiamata nobile verità del sentiero della pratica che porta
alla cessazione del dolore.
In questo modo rimane concentrato presso gli oggetti mentali interni
sugli oggetti mentali , o presso gli oggetti mentali esterni sugli
oggetti mentali o interiormente e esteriormente presso gli oggetti
mentali sugli oggetti mentali. Oppure rimane concentrato sul fenomeno
del nascere degli oggetti mentali, o sul fenomeno del cessare degli
oggetti mentali o sui fenomeni del nascere e cessare degli oggetti
mentali. La sua consapevolezza che "esistono gli oggetti mentali" viene
mantenuta fino allo stato di più alta conoscenza e di piena attenzione.
Egli rimane libero e nulla desidera al mondo. Così un monaco rimane
concentrato presso gli oggetti mentali sugli oggetti mentali, in
riferimento alle quattro nobili verità.
Conclusioni
"Ora, chiunque sviluppi in questo modo, questi quattro fondamenti della
presenza mentale, per sette anni, otterrà uno di questi due frutti: la
più alta conoscenza qui e ora, o – se vi fosse un residuo di dipendenza
e attaccamento – il non ritorno (la cessazione delle future nascite).
…..per sei anni, …..per cinque anni, …… per quattro anni, …. per tre
anni…… per due anni, …., per un anno, … per sette mesi, ….. per sei
mesi……..per cinque mesi, …….per quattro mesi, …… ….. per tre mesi,
……..per due mesi, ……. per un mese, ……per mezzo mese, …..… per una
settimana,….
Questo è il sentiero diretto per la purificazione degli esseri, per
superare la sofferenza e il lamento, per liberarsi dal dolore e
dall’angoscia, per praticare il giusto metodo e realizzare la
liberazione – in altre parole i quattro fondamenti della presenza
mentale.
Così fu detto e fu detto a proposito di questo".
Questo è ciò che disse il Benedetto. Gratificati, i monaci si
deliziarono nella parola del Benedetto.