Dhammapada: Versi 100 – 208

Migliaia

100
Una sola parola vera
che acquieta la mente
è meglio di mille
futili parole.

101
Un solo verso autentico
che calma la mente
è meglio di mille
inconsistenti poesie.

102
Recitare un unico verso di verità
che tranquillizza la mente
è meglio che recitare
centinaia di versi insignificanti.

103
C’è chi da solo sa sconfiggere
centinaia e centinaia di avversari;
ma il più sublime degli eroi
è colui che sa
vincere se stesso.

104-105
La vittoria su se stessi è la suprema vittoria,
ha molto più valore
che soggiogare gli altri.
Questa vittoria
nessuno la può contraffare
né carpire.

106
Onorare
per un solo momento
chi ha conquistato se stesso
è più meritevole
che migliaia di offerte
a chi ne è indegno.

107
Onorare
per un solo momento
chi ha conquistato se stesso
giova di più
che celebrare mille cerimonie
senza saggia comprensione.

108
I gesti di offerta
di un intero anno
per guadagnar meriti a se stessi
non valgono un quarto
del rispetto devoto
verso un essere nobile.

109
Chi onora e rispetta
i più anziani
riceve quattro doni del cielo:
lunga vita, bellezza, felicità e forza.

110
Un solo giorno vissuto
con chiara intenzione e onestà
ha più valore di cento anni
privi di disciplina
e di saggia rinuncia.

111
Un solo giorno vissuto
con chiara intenzione e saggezza
ha più valore di cento anni
privi di disciplina
e di manifesta saggezza.

112
Un solo giorno vissuto
con chiara intenzione
e profondo impegno
ha più valore di cento anni
vissuti in pigra passività.

113
Un solo giorno vissuto consapevoli
della natura fugace della vita
ha più valore di cento anni
inconsapevoli di nascita e morte.
114
Un solo giorno vissuto svegli
a ciò che non muore
ha più valore di cento anni
restando ignari del senza-morte.

115
Un solo giorno vissuto nella consapevolezza
della verità profonda
ha più valore di cento anni
vissuti da inconsapevoli.

Il male

116
Non tardare a fare ciò che è salutare.
Dissuadi la mente dal fare il male.
La mente che esita a fare il bene
potrebbe provar piacere a fare il male.

117
Se compi un’azione malvagia
non ripeterla.
Evita di compiacertene nel ricordo.
Dolorosa è la conseguenza del male.

118
Se compi un’azione salutare
falla di nuovo.
Gioisci nel ricordarla.
Il frutto della bontà è la contentezza.

119
Anche chi fa del male
può gioire
finché le sue azioni
non hanno dato frutti.
Ma maturati gli effetti
delle azioni
non potrà evitarne
le dolorose conseguenze.

120
Anche chi vive in modo salutare
può soffrire
fino a che le sue azioni
non hanno dato frutti.
Ma quando i frutti
delle sue azioni maturano
non gli sfuggono
le gioiose conseguenze.

121
Non ignorare la risonanza del male
pensando che finirà nel nulla.
Come la brocca si riempie
di pioggia che cade goccia a goccia
così col tempo lo stolto è incrinato
dalle azioni malvage.

122
Non sottovalutare la risonanza di un’azione saggia
pensando che a nulla varrà.
Come la brocca si riempie
di pioggia che cade goccia a goccia
così col tempo il saggio
si fa ricolmo di bontà.

123
Come vigile e protettivo
rimane colui cui si affida
un carico prezioso
evita il male come un veleno.

124
Una mano senza ferite
può maneggiare il veleno
e non subire danno;
così il male non tocca
chi non lo compie.

125
Se con intenzione fai male
a una persona innocente
una persona pura e senza macchia
il male si ritorcerà contro di te
come sottile polvere gettata nel vento.

126
Alcuni rinascono come esseri umani
chi fa del male rinasce in un inferno
chi fa del bene nella beatitudine
e il puro entra nella terra senza sentieri.

127
Non c’è luogo sulla terra
non caverna di montagna
non oceano né cielo
dove sfuggire le conseguenze
delle cattive azioni.

128
Non c’è luogo sulla terra
non caverna di montagna
non oceano né cielo
dove la morte non allunghi su di te la mano.

La violenza

129
Provando empatia per gli altri
si scopre che tutti gli esseri hanno paura
della punizione e della morte.
Allora, non si assale
né si provoca più nessuno.

130
Provando empatia per gli altri
si scopre che tutti gli esseri
amano la vita e temono la morte.
Allora, non si assale
né si provoca più nessuno.

131
Far male agli esseri viventi
che come noi cercano appagamento
significa far male a noi stessi.

132
Non far del male agli esseri viventi
che come noi cercano appagamento
significa far felici noi stessi.

133
Evita di parlare agli altri con durezza:
la parola aspra provoca rivalsa.
Chi viene ferito dalle tue parole
può di rimando ferirti.

134
Se ti parlano con durezza
fatti silenzioso come un gong spezzato;
non rivalersi è segno di libertà.

135
Come il pastore
conduce il gregge al pascolo
vecchiaia e morte
sospingono gli esseri viventi.

136
Fanno il male
ma non sanno quello che fanno;
gli stolti subiscono le conseguenze
delle loro azioni
come chi maneggiando il fuoco si brucia.

137-140
Far del male a chi è indifeso
porta in breve sofferenza
agli aggressori.
Mieteranno dolore, povertà o fallimento
malattia, follia o persecuzione
violenza, angoscia o rovina
e dovranno dopo la morte, soli
incontrare faccia a faccia i propri torti.

141
Né l’ascetismo esteriore
né l’umiliazione di sé
né alcuna privazione fisica
purificano il cuore
di chi è ancora oscurato dal dubbio.

142
Vesti sgargianti
non sono di per sé
ostacolo alla libertà.
E’ un cuore in pace
puro, domato
vigile e senza macchia
a distinguere un rinunciante
un pellegrino, un essere nobile.

143
Un cavallo ben addestrato
non ha bisogno di freno.
Rari sono gli esseri a cui
per moderazione e disciplina
non serve ammonimento.

144
Lascia che il timore di una mediocrità senza fine
ti sproni a un ardente impegno
come per incitare
un cavallo ben addestrato
basta il tocco della frusta.
Abbandona il peso dell’interminabile contesa
con fiducia non esaltata
con purezza d’azione
impegno, concentrazione
e con consapevole e disciplinata
dedizione al sentiero.

145
I costruttori di canali
convogliano il flusso dell’acqua.
I fabbri forgiano le frecce.
I falegnami lavorano il legno.
I buoni domano se stessi.

La vecchiaia

146
Come ridere?
Come abbandonarsi alla gioia
se il mondo è in fiamme?
Perché sei avvolto nel buio
non dovresti cercare la luce?

147
Guarda questo corpo un tempo imbellettato:
sapeva attrarre l’attenzione
ma ora non è che carne che va guastandosi
semplice putridume.
Non è né solido né reale.

148
Questo corpo con gli anni si consuma;
la malattia è sua ospite:
vulnerabile, fragile
un ammasso decrepito che va disintegrandosi
e infine svanisce nella morte.

149
Che piacere serba la vita
una volta scorte
vecchie ossa sbiancate
abbandonate e sparse intorno?

150
Il corpo fisico non è che ossa
coperte di carne e sangue.
Dentro ammassati
decadimento e morte, orgoglio e malignità.

151
Tramandato dai saggi
è il sapere che la verità
sopravvive alla dissoluzione
benché ciò che è esternamente entusiasmante
perda di smalto
e benchè il corpo decada.

152
Come buoi nella stalla
invecchiano gli stolti, mettendo su carne
e restando piccoli di mente.

153-154
Per vite innumerevoli ho vagato
cercando invano
il costruttore della casa
della mia sofferenza.
Ma ora ti ho trovato, costruttore
di nulla da oggi in poi.
Le tue assi sono state rimosse
e spezzata la trave di colmo.
Il desiderio è tutto spento;
il mio cuore, unito all’increato.

155
Coloro che in gioventù
non scelgono una vita di rinuncia
né ricavano un buon profitto dal lavoro
finiscono vecchi aironi intristiti
presso uno stagno senza pesci.

156
Coloro che in gioventù
non scelgono una vita di rinuncia
né ricavano un buon profitto dal lavoro
come frecce che mancato il bersaglio
cadono stanche
rimpiangeranno il passato.

Se stessi

157
Se siamo cari a noi stessi
ci veglieremo solleciti
giorno e notte.

158
E’ saggio
consolidare se stessi
prima di dare indicazioni agli altri.

159
Il più difficile dei discepoli siamo noi stessi.
Pratica quello che insegni:
doma te stesso
prima di cercare di domare altri.

160
In verità è su di noi
che possiamo contare;
come contare
su qualcun altro?
E’ un raro rifugio
arrivare ad affidarci
a noi stessi.

161
Come un diamante taglia la pietra
in cui un tempo albergava
così può sbriciolarti il male
che tu stesso compi.

162
Chi commette il male
si comporta verso se stesso
come il peggiore dei nemici.
Come il rampicante
che soffoca l’albero
che lo sorregge.

163
E’ facile a farsi quello
che non fa bene a nessuno
difficile invece è fare alcunché
di veramente utile e buono.

164
Come il bambù distrugge se stesso
nel dare frutto
a se stessi fanno male gli stolti
prestando fede a false opinioni
e deridendo i saggi
che vivono in accordo con la Via.

165
Siamo noi a fare il male
e siamo noi a diventare impuri.
Siamo noi a evitare il male
e siamo noi a essere puri.
La purezza
è nelle nostre mani.
Nessun altro è responsabile.

166
Se conosci la tua strada
percorrila fino in fondo.
Non permettere alle richieste degli altri
per quanto insistenti
di distrarti.

Il mondo

167
Rinunciando ai percorsi inutili
e non vivendo sconsideratamente
non seguendo false opinioni
non nutriamo la confusione.

168
Non atteggiarti a falsa umiltà.
Segui con fermezza la tua meta.
La pratica diligente
porta all’appagamento
sia nel presente che nel futuro.

169
Vivi bene la tua vita
in accordo con la Via,
rifuggi una vita di distrazione.
Una vita ben vissuta porta all’appagamento
sia nel presente che nel futuro.

170
Il re della morte non riesce a scovare
chi vede il mondo
come insostanziale
fugace, una bolla
illusorio, un semplice miraggio.

171
Vieni, contempla questo mondo.
Guardalo: è un carro addobbato a festa.
Vedi come gli stolti sono rapiti
dalle proprie idee
mentre il saggio non nutre attaccamento.

172
C’è chi si risveglia
dall’inconsapevolezza
e fa luce nel mondo
come la luna
quando sbuca dalle nuvole.

173
Chi trasforma
vecchie e inconsapevoli abitudini
in gesti freschi e salutari
fa luce nel mondo
come la luna libera dalle nuvole.

174
Una volta presi nella rete
rari sono gli uccelli che sfuggono.
In questo mondo di illusione
rari coloro che vedono una via alla libertà.

175
I bianchi cigni si alzano in volo.
Gli adepti dello yoga
viaggiano attraverso lo spazio.
I saggi trascendono
l’illusione del mondo
mettendo nel sacco le orde di Mara.

176
Chi trasgredisce
la legge della sincerità
chi non si cura
dell’esistenza futura
non c’è male
che non possa commettere.

177
Chi non dà valore alla generosità
non raggiunge il regno celeste.
Ma il saggio gioisce nel dare
e dimora nella beatitudine.

178
Meglio del dominio sul mondo intero
meglio dell’andare in paradiso
meglio che comandare l’universo
è dedicarsi alla Via senza ripensamenti.

IL BUDDHA
179
La perfezione del Buddha è assoluta;
non resta niente da aggiungere.
Non ha misura la sua saggezza
non conosce limiti.
Come potrebbe venir distratto
dalla verità?

180
La perfezione del Buddha è assoluta;
non esiste brama
che possa trascinarlo.
Non ha misura la sua saggezza
non conosce limiti.
Come potrebbe venir distratto
dalla verità?

181
Gli spiriti celesti custodiscono
chi si è risvegliato
chi ha piena comprensione della Via
è devoto alla meditazione
e gioisce della pace
della rinuncia.

182
Non è facile nascere
essere umano
e vivere una vita mortale.
Non è facile distinguere
la profonda saggezza
ma più raro di tutto
è che nasca un Buddha.

183
Smetti di fare il male
coltiva il bene
purifica il cuore.
E’ questa la Via
del Risvegliato.

184
Un rinunciante
non tiranneggia nessuno.
La paziente tolleranza
è il vertice dell’ascesi.
Suprema meta
dicono i Buddha
è la profonda liberazione.

185
Non insultare, non maltrattare
coltiva la rinuncia
nel rispetto della disciplina
frugale nel mangiare e pago
della dimora che hai
dònati all’intento consapevole:
questo è l’insegnamento del Buddha.

186-187
Non nei beni preziosi
trovi l’appagamento
né nei piaceri dei sensi
triviali o raffinati che siano.
Il discepolo del Buddha
trova gioia
nell’estinzione della brama.

188-189
Svariati sono i luoghi dove gli esseri
cercano di sfuggire alla paura:
montagne, boschi
parchi e giardini
e luoghi sacri.
Ma nessuno di questi
offre vero rifugio
nessuno ci libera dalla paura.

190-191
Chi si rifugia nel Buddha
nel Dhamma e nel Sangha
vede e penetra in profondità
la sofferenza, la sua causa, la sua fine
e la via che conduce alla vera libertà.

192
Il Buddha, il Dhamma, il Sangha
sono il vero rifugio
sono eccelsi
conducono alla liberazione.

193
E’ difficile trovare esseri
di profonda saggezza;
rari i luoghi
in cui nascono.
Chi ad essi si accompagna
quando appaiono
incontra la buona sorte.

194
Benedetta è la nascita di un Buddha
benedetta la rivelazione del Dhamma
benedetta l’armonia del Sangha
beata è la melodiosa comunione.

195-196
Immenso è il beneficio
che deriva dall’onorare
chi è puro, chi è andato oltre la paura.
Gli esseri che hanno trovato libertà
da dolore e da angoscia
sono degni di onore.

La felicità

197
Restare liberi dall’odio
anche in mezzo a chi odia
è vera felicità.

198
Restare liberi da angustia
anche in mezzo a chi si angustia
è vera felicità.

199
Restare liberi da avidità
anche in mezzo agli avidi
è vera felicità.

200
Viviamo felici
liberi dall’ansia;
come esseri fulgenti
in mondi celesti
godiamo la gioia.

201
La vittoria porta all’odio
perché gli sconfitti soffrono.
Chi è in pace vive lieto
al di là di vittoria e sconfitta.

202
Non c’è fuoco pari al desiderio
né malattia peggiore dell’odio
né pena che opprima come l’attaccamento
né gioia pari alla pace della libertà.

203
La fame è il più grave dei mali
l’essere soggetti a condizioni
fonte primaria di disperazione.
Vedendo le cose per quello che sono
chi è saggio trova la libertà, gioia suprema.

204
Una mente sana è il migliore guadagno.
L’appagamento è la risorsa più preziosa.
Un amico fidato è il migliore congiunto.
Una libertà senza condizioni
è la massima beatitudine.

205
Gustando il sapore della solitudine
e il nettare della pace
chi beve della gioia
che è la sostanza della realtà
vive libero dalla paura del male.

206
E’ sempre un piacere
non avere a che fare con gli stolti.
Fa sempre bene incontrare chi è nobile d’animo
ed è una gioia viverci insieme.

207
Noiosa è la compagnia degli stolti
sempre molesta, come essere
circondati da nemici;
invece accompagnarsi ai saggi
è come essere a casa.

208
Segui le orme di chi
è costante, perspicace
puro e consapevole
come la luna segue
la scia delle stelle.

Libera traduzione in inglese di Ajahn Munindo. Traduzione in italiano di Chandra Candiani.