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AN 5.193: Saṅgārava Sutta – Saṅgārava

Il brahmano Saṅgārava si recò dal Beato e, dopo aver scambiato con lui dei cortesi saluti, si sedette a lato e disse: 
“Maestro Gotama, perché a volte gli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, tanto meno quelli che non sono stati recitati? Perché a volte gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, per non parlare di quelli che sono stati recitati?”

[Perché gli inni non si ricordano]

(1) “Brahmano, quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dalla brama sensuale, e non si comprende come sia realmente la fuga dalla brama sensuale appena sorta, in quell’occasione non si conosce e non si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri, e il bene di entrambi. Allora anche quegli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, tanto meno quelli che non sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua mescolata con curcuma, tintura blu o tintura cremisi. Se un uomo con una buona vista dovesse esaminare il proprio riflesso in essa, non lo riconoscerebbe e non lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dalla brama sensuale . . . per non parlare di quelli che non sono stati recitati. 

(2) Ancora, quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dalla cattiva volontà, e non si comprende come sia realmente la fuga dalla cattiva volontà appena sorta, in quell’occasione non si conosce e non si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, e tanto meno quelli che non sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua che viene riscaldata sul fuoco, che bolle e ribolle. Se un uomo con una buona vista dovesse esaminare il proprio riflesso in essa, non lo riconoscerebbe e non lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dalla cattiva volontà . . . per non parlare di quelli che non sono stati recitati.

(3) Ancora, quando si dimora con la mente ossessionata e oppressa dal torpore e dalla sonnolenza, e non si comprende come sia realmente la fuga dal torpore e dalla sonnolenza appena sorti, in quell’occasione non si conosce e non si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, tanto meno quelli che non sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua ricoperta di alghe e piante acquatiche. Se un uomo con una buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, non lo riconoscerebbe e non lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dal torpore e dalla sonnolenza . . . per non parlare di quelli che non sono stati recitati.

(4) Ancora, quando si dimora con la mente ossessionata e oppressa dall’inquietudine e dall’angoscia, e non si comprende come sia realmente la fuga dall’inquietudine e dall’angoscia appena sorte, in quell’occasione non si conosce e non si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, e tanto meno quelli che non sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua mossa dal vento, che si muova, che si agiti, che ondeggi. Se un uomo di buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, non lo riconoscerebbe e non lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dall’inquietudine e dall’angoscia. . . per non parlare di quelli che non sono stati recitati.

(5) Ancora, quando si dimora con la mente ossessionata e oppressa dal dubbio, e non si comprende come sia realmente la fuga dal dubbio appena sorto, in quell’occasione non si conosce e non si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, e tanto meno quelli che non sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua torbida, turgida e fangosa, posta al buio. Se un uomo con una buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, non lo riconoscerebbe e non lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dal dubbio, e non si comprende come sia realmente la fuga dal dubbio appena sorto, in quell’occasione non si conosce e non si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non tornano alla mente, e tanto meno quelli che non sono stati recitati.

[Perché gli inni si ricordano

(1) Brahmano, quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dalla brama sensuale, e si comprende come sia realmente la fuga dalla brama sensuale appena sorta, in quell’occasione si conosce e si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri, e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, per non parlare di quelli che sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua non mescolata con curcuma, tintura blu o tintura cremisi. Se un uomo con una buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, lo riconoscerebbe e lo vedrebbe come è realmente. Così pure, quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dalla brama sensuale . . . per non parlare di quelli che sono stati recitati. 

(2) Ancora, quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dalla cattiva volontà, e si comprende come sia realmente la fuga dalla cattiva volontà appena sorta, in quell’occasione si conosce e si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, per non parlare di quelli che sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua non riscaldata sul fuoco, che non bolle e ribolle. Se un uomo con una buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, lo riconoscerebbe e lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dalla cattiva volontà . . . per non parlare di quelli che sono stati recitati.

(3) Ancora, quando si dimora con la mente non ossessionata e oppressa dal torpore e dalla sonnolenza, e si comprende come sia realmente la fuga dal torpore e dalla sonnolenza appena sorti, in quell’occasione si conosce e si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, tanto meno quelli che sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua non ricoperta di alghe e piante acquatiche. Se un uomo con una buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, lo riconoscerebbe e lo vedrebbe come realmente è. Così anche quando si dimora con una mente ossessionata e oppressa dal torpore e dalla sonnolenza . . . per non parlare di quelli che sono stati recitati.

(4) Ancora, quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dall’inquietudine e dall’angoscia, e si comprende come sia realmente la fuga dall’inquietudine e dall’angoscia, in quell’occasione si conosce e si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, per non parlare di quelli che sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua non mossa dal vento, senza vortici, senza mulinelli, senza onde. Se un uomo di buona vista esaminasse il proprio riflesso in essa, lo riconoscerebbe e lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dall’inquietudine e dall’angoscia . . . per non parlare quelli che sono stati recitati.

(5) Ancora, quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dal dubbio, e si comprende come sia realmente la fuga dal dubbio appena sorto, in quell’occasione si conosce e si vede come sia realmente il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, per non parlare di quelli che sono stati recitati. Supponiamo che ci sia una bacinella d’acqua chiara, trasparente e limpida, posta alla luce. Se un uomo di buona vista esaminasse il proprio riflesso in esso, lo riconoscerebbe e lo vedrebbe come è realmente. Così anche quando si dimora con una mente che non è ossessionata e oppressa dal dubbio, e si comprende come realmente è la fuga dal dubbio appena sorto, in quell’occasione si conosce e si vede come realmente è il proprio bene, il bene degli altri e il bene di entrambi. Allora anche gli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano alla mente, per non parlare di quelli che sono stati recitati. 
Questa, brahmano, è la ragione per cui a volte anche quegli inni che sono stati recitati per un lungo periodo non si ricordano, per non parlare di quelli che non sono stati recitati. Questa è la ragione per cui a volte anche quegli inni che non sono stati recitati per un lungo periodo si ricordano, per non parlare di quelli che sono stati recitati.” 

“Eccellente, Maestro Gotama! . . . Possa il maestro Gotama accettarmi come seguace laico che ha preso in lui rifugio, da questo giorno e per tutta la vita.” 

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di © Bhikkhu Bodhi, The Numerical Discourses of the Buddha (Wisdom Publications, 2012). 
Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya