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AN 10.72: Kaṇṭaka Sutta – Spine

Un tempo il Buddha soggiornava presso Vesālī, nella Grande Foresta, nella sala con il tetto a pinnacolo, insieme ad alcuni noti monaci anziani. Tra questi vi erano i venerabili Cāla, Upacāla, Kakkaṭa, Kaṭimbha, Kaṭa, Kaṭissaṅga e altri noti monaci anziani.
A quel tempo alcuni Licchavi si recarono nella Grande Foresta per far visita al Buddha. Guidando dei fastosi carri, fecero un terribile baccano.
Allora quei venerabili pensarono: “Questi Licchavi si sono recati nella Grande Foresta per far visita al Buddha. Guidando dei fastosi carri stanno facendo un terribile baccano. Ma il Buddha ha detto che il suono è una spina per i jhana. Andiamo nel bosco di Gosiṅga Sal. Lì potremo meditare in tranquillità, senza rumori ed isolati.” 
I venerabili si recarono quindi nel Bosco di Gosiṅga Sal, dove meditarono in tranquillità, senza rumori ed isolati.
Allora il Buddha chiese ai monaci: “Monaci, dove sono Cāla, Upacāla, Kakkaṭa, Kaṭimbha, Kaṭa e Kaṭissaṅga? Dove sono andati questi monaci anziani?”
I monaci gli raccontarono cosa era successo.
“Bene, monaci! È proprio come quei venerabili hanno giustamente spiegato. Ho detto che il suono è una spina per i jhana.
Monaci, ci sono queste dieci spine. Quali dieci? Il piacere della compagnia è una spina per chi ama la solitudine. Concentrarsi sulle caratteristiche piacevoli delle realtà è una spina per chi persegue la meditazione sulla bruttezza. Vedere gli spettacoli è una spina per chi tiene a freno i sensi. Trattenersi con le donne è una spina per il celibato. Il suono è una spina per il primo jhana. Concentrare la mente e mantenerla concentrata è una spina per il secondo jhana. L’estasi è una spina per il terzo jhana. Il respiro è una spina per il quarto jhana. La percezione e la sensazione sono una spina per il raggiungimento della cessazione della percezione e della sensazione. Brama, odio e ignoranza sono spine. Monaci, vivete liberi dalle spine! Vivete liberati dalle spine! Monaci, vivete liberi dalle spine e liberatevi dalle spine! Gli arahant vivono liberi dalle spine, liberati dalle spine, liberi e liberati dalle spine.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhu Sujato, 2018. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.