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SN 9.1: Viveka Sutta – La solitudine

Così ho sentito.
Una volta, un monaco soggiornava tra i Kosala in una zona della foresta. Un giorno iniziò ad avere pensieri nocivi concernenti la vita mondana.
Allora, un deva che abitava in quella zona della foresta, compassionevole verso questo monaco e desideroso del suo bene, si avvicinò a lui e gli indirizzò questi versi:

“Desiderando la solitudine
sei entrato nella foresta,
e tuttavia la tua mente
persiste a correre all’esterno.
Tu, una persona:
trattieni il tuo desiderio per le persone.
Allora sarai felice, libero
dalle passioni.
Dissipa il malcontento,
sii presente mentalmente.
Ricordati
ciò che è buono –
perché la polvere
accumulata
è difficile da togliere.
Non lasciare la polvere
dei sensi
riportarti
in basso.
Come un uccello
coperto di sporcizia
scuote la polvere che lo ricopre,
così un monaco
– energico ed attento –
si disfa della polvere che gli si incolla addosso.”

Il monaco, sgridato dalla divinità, ritornò alla ragione.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya