Skip to content

SN 7.8: Aggika Sutta – Aggika

1. Un tempo il Beato soggiornava nel santuario degli Scoiattoli, nel boschetto di bambù a Rajagaha.

2. In quella occasione il Bramano Aggika Bharadvaja stava preparando il sacro porridge con ghee e ponderava di accendere il fuoco per cucinare il sacro porridge.

3. Il Beato, di mattina presto, si vestì, prese mantello e scodella, e si recò a Rajagaha in cerca di elemosina. Durante la questua giunse alla casa del Bramano Aggika Bharadvaja e stette ad un lato.

4. Nel vedere il Beato chiedere l’elemosina il Bramano Aggika Bharadvaja recitò questa stanza al Beato:
“Tu, dotato della triplice conoscenza, di buona nascita e di retto sapere,
dotato di conoscenza e condotta, puoi partecipare al sacro porridge.”

(Il Beato:)

5. “Quante sciocchezze! Non si è bramani per nascita,
se si è impuri e falsi interiormente.
Chi conosce le precedenti nascite e vede i regni celesti e gli inferi.
Il saggio ha distrutto la nascita e possiede la retta conoscenza.
Un bramano nasce con questa triplice conoscenza.
Chi è dotato di conoscenza e condotta, può offrirmi il sacro porridge.”

6. Ottimo Gotama, tu sei un Bramano. Dividi il sacro porridge.”

7. “Ascolta bramano, non posso dividere cibo da chi ha recitato dei versi.
I Buddha non accettano cibo da chi ha recitato dei versi.
Sono consapevole del retto Dhamma.
Offri altro cibo e altre bevande al retto saggio.
Chi ha distrutto i suoi desideri e placato i suoi dubbi
sarà colmo di merito per coloro che aspirano ad ottenere merito.”

8. Allora il Bramano Aggika Bharadvaja disse al Beato: “Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Io prendo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma, e nella comunità dei monaci. Possa io ottenere l’abbandono della vita mondana alla presenza del Maestro Gotama, e l’ordinazione come monaco.”

Il Bramano Aggika Bharadvaja abbandonò la vita mondana alla presenza del Beato, ed ottenne l’ordinazione come monaco.

Non molto tempo dopo la sua ordinazione — dimorando solitario, appartato, vigile, attento e risoluto — raggiunse la suprema meta della santa vita, ciò per cui i giovani di buona famiglia abbandonano la vita mondana per intraprendere la via della vita ascetica. Ottenne la perfetta conoscenza: “La nascita è distrutta, la vita santa vissuta, lo scopo raggiunto. Non rimane altro da compiere in questo mondo.”

9. E così Aggika Bharadvaja divenne uno degli arahant.

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Bhikkhuni Uppalavanna. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya