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SN 54.9: Vesali Sutta – A Vesali

Così ho sentito. Una volta il Beato soggiornava presso Vesali nella Grande Foresta nella Sala a Pinnacolo. Ora in quella occasione il Beato, con varie spiegazioni, istruiva i monaci con un discorso sulle impurità (del corpo), sulla percezione delle impurità, sullo sviluppo della percezione delle impurità. Allora il Beato si rivolse ai monaci: “Monaci, vorrei rimanere solo in meditazione per metà mese. Nessuno deve disturbarmi tranne colui che mi porterà il cibo elemosinato.”

“Come desidera, Signore.” – gli risposero i monaci. Così nessuno lo disturbò tranne colui che gli portava il cibo.

Allora i monaci [pensarono]: “Il Beato, con varie spiegazioni, ci ha istruito con un discorso sulle impurità (del corpo), sulla percezione delle impurità, sullo sviluppo della percezione delle impurità – soffermandosi sullo sviluppo della percezione delle impurità in vari modi.” Essi, confusi, disturbati e disgustati da questo corpo iniziarono a pensare alla morte. Un giorno dieci monaci impugnarono il coltello. Un altro giorno venti monaci impugnarono il coltello. Un altro ancora trenta monaci impugnarono il coltello.

Quindi il Beato, dopo la sua meditazione durata metà mese, disse al Ven. Ananda: “Ananda, come mai la comunità dei monaci è così diminuita?”

“Perché, signore, il Beato, con varie spiegazioni, diede ai monaci un discorso sulle impurità del corpo, mise in evidenza la percezione delle impurità, lo sviluppo della percezione delle impurità. I monaci così pensarono: “Il Beato, con varie spiegazioni, ci ha istruito con un discorso sulle impurità (del corpo), sulla percezione delle impurità, sullo sviluppo della percezione delle impurità – soffermandosi sullo sviluppo della percezione delle impurità in vari modi.” Così essi, confusi, disturbatii e disgustati da questo corpo pensarono alla morte. Un giorno dieci monaci impugnarono il coltello. Un altro giorno venti monaci impugnarono il coltello. Un altro ancora trenta monaci impugnarono il coltello. Quindi sarebbe bene, signore, che il Beato desse un’altra spiegazione in modo da migliorare la conoscenza della comunità dei monaci.”

“In tal caso, Ananda, raduna nella sala delle riunioni tutti monaci che vivono presso Vesali.”

“Come desidera, signore.” – rispose il Ven. Ananda. Quando ebbe riuniti tutti i monaci che vivevano presso Vesali nella sala delle riunioni, si recò dal Beato e disse: “La comunità dei monaci è riunita, signore. E’ tempo di compiere ciò che il Beato ha deciso.”

Quindi il Beato si recò alla sala delle riunioni e si sedette al posto preparato. Appena seduto si rivolse ai monaci: “Monaci, questa concentrazione basata sulla consapevolezza del respiro, quando sviluppata e praticata assiduamente, è una tranquilla, fine, benefica e piacevole dimora che subito disperde ed elimina tutte le cattive ed insane qualità mentali appena sorte. Come, nell’ultimo mese della calda stagione, un temporale improvviso subito disperde ed elimina la polvere e lo sporco che si erano formati, così questa concentrazione basata sulla consapevolezza del respiro, quando sviluppata e praticata assiduamente, è una tranquilla, fine, benefica e piacevole dimora che subito disperde ed elimina tutte le cattive ed insane qualità mentali appena sorte.

E in che modo la concentrazione basata sulla consapevolezza del respiro, quando sviluppata e praticata assiduamente è una tranquilla, fine, benefica e piacevole dimora, che disperde ed elimina tutte le cattive ed insane qualità mentali appena sorte?

In questo caso un monaco, recatosi nella foresta, ai piedi di un albero o in un luogo isolato, siede a gambe incrociate, con il busto eretto e con una vigile presenza mentale. Mentalmente presente egli inspira; mentalmente presente egli espira.

[1] Inspirando un lungo respiro, egli sa, “Io inspiro un lungo respiro”; o espirando un lungo respiro, egli sa, “Io espiro un lungo respiro”.
[2] Oppure inspirando un breve respiro, egli sa, “Io inspiro un breve respiro”; o espirando un breve respiro, egli sa, “Io espiro un breve respiro”.
[3] Così si esercita, “Io inspirerò sensibile all’intero corpo”. Così si esercita, “Io espirerò sensibile all’intero corpo.”
[4] Così si esercita, “Io inspirerò calmando le formazioni corporee.” Così si esercita, “Io espirerò calmando le formazioni corporee.”
[5] Così si esercita, “Io inspirerò sensibile all’estasi.” Così si esercita, “Io espirerò sensibile all’estasi.”
[6] Così si esercita, “Io inspirerò sensibile al piacere.” Così si esercita, “Io espirerò sensibile al piacere.”
[7] Così si esercita, “Io inspirerò sensibile alle formazioni mentali (sensazione e percezione).” Così si esercita, “Io espirerò sensibile alle formazioni mentali.”
[8] Così si esercita, “Io inspirerò calmando le formazioni mentali.” Così si esercita, “Io espirerò calmando le formazioni mentali.”
[9] Così si esercita, “Io inspirerò sensibile alla mente.” Così si esercita, “Io espirerò sensibile alla mente.”
[10] Così si esercita, “Io inspirerò rallegrando la mente.” Così si esercita, “Io espirerò rallegrando la mente.”
[11] Così si esercita, “Io inspirerò concentrando la mente.” Così si esercita, “Io espirerò concentrando la mente.”
[12] Così si esercita, “Io inspirerò liberando la mente.” Così si esercita, “Io espirerò liberando la mente.”
[13] Così si esercita, “Io inspirerò contemplando l’impermanenza.” Così si esercita, “Io espirerò contemplando la mente.”
[14] Così si esercita, “Io inspirerò contemplando la calma (il distacco).” Così si esercita, “Io espirerò contemplando la calma.”
[15] Così si esercita, “Io inspirerò contemplando la cessazione.” Così si esercita, “Io espirerò contemplando la cessazione.”
[16] Così si esercita, “Io inspirerò contemplando la rinuncia.” Così si esercita, “Io espirerò contemplando la rinuncia.”

In questo modo la concentrazione basata sulla consapevolezza del respiro, quando sviluppata e praticata assiduamente è una tranquilla, fine, benefica e piacevole dimora, che disperde ed elimina tutte le cattive ed insane qualità mentali appena sorte.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoSamyutta Nikaya