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DN 17: Mahasudassana Sutta – Il Grande Splendore

1.1. Così ho sentito.

Una volta il Sublime soggiornava a Kusinara, nel boschetto di Salasti dei Malla, dopo aver appena realizzato il parinibbâna.

1.2. Allora, il venerabile Ananda andò dal Sublime e dopo averlo salutato, si sedette ad un lato e gli disse: “Signore non muoia in questa piccola e misera città .

Ci sono, Signore, città più grandi e popolate come Rajagaha, Savatthi, Saketa, Kosambi o Benares, dove molti bramani e persone ordinarie, devoti al Tathagata, offriranno un degno funerale al Tathagata.”

1.3. “Ananda, non dire che Kusinara è una piccola e misera città !

Un tempo, Ananda, Kusinara si chiamava Kusâvatî, capitale dei Monarchi Universali ed aveva un re chiamato Mahasudassana , un monarca equo e concordante con il Dhamma, conquistatore dei quattro punti cardinali.

Quella città si estendeva per dodici yojana da est ad ovest, e per sette yojana da nord a sud. Kusavati era ricca, prospera e popolosa.

1.4. “La capitale Kusavati era circondata da sette muri. Uno d’oro, un altro d’argento, un altro di cristalli, un altro di beryl, un altro di rubini, un altro di smeraldi ed un altro con ogni tipo di pietre preziose.

1.5. “I cancelli di Kusavati avevano quattro colori: oro, argento, il colore del beryl e del cristallo. E prima di ogni cancello c’erano sette pilastri alti circa tre o quattro volte l’altezza di un uomo. Uno era d’oro, un altro d’argento, un altro di beryl, un altro di cristalli, un altro di rubini, un altro di smeraldi ed un altro con ogni tipo di pietre preziose.

1.6. “Kusavati era circondata da sette file di alberi di palme, fatti con gli stessi materiali. Gli alberi d’oro avevano il tronco d’oro e foglie e frutti di argento, gli alberi d’argento avevano il tronco d’argento e foglie e frutti d’oro. Gli alberi di beryl avevano il tronco di beryl e foglie e frutti di cristallo, gli alberi di cristallo avevano il tronco di cristallo e foglie e frutti di beryl. Gli alberi di rubini avevano il tronco di rubini e foglie e frutti di smeraldo, gli alberi di smeraldo avevano i tronchi di smeraldo e foglie e frutti di rubini, mentre gli alberi con pietre preziose avevano quelle pietre nel tronco, foglie e frutti. Il suono delle foglie mosse dal vento era piacevole, delizioso, dolce ed inebriante.

E, Ananda, licenziosi ed ubriaconi a Kusavati avevano i loro desideri placati dal suono delle foglie mosse dal vento.

1.7. “ Il re Mahasudassana possedeva i sette tesori ed i quattro tipi di potere. Quali erano i sette tesori? Un tempo il Re lavò la testa in Uposatha nel quindicesimo giorno ed andò sul terrazzo in cima al palazzo ad Uposatha, la Ruota Preziosa gli apparve, con mille raggi, con la ruota il cubo, completa in tutti gli aspetti. Quando la vide il Re Mahasudassana pensò: ‘Ho sentito che un Re ha unto Khattiya e lavato la testa in Uposatha nel quindicesimo giorno, è andato sul terrazzo in cima al palazzo ad Uposatha ed ha visto apparire la ruota preziosa con mille raggi, con la ruota il cubo, completa in tutti gli aspetti, poi un Monarca se girerà la ruota. sarà un Monarca che mette in moto la ruota? ‘

1.8. “Poi, svegliatosi e indossato il mantello, il Re prese un vaso d’acqua con la mano sinistra, spruzzò la Ruota con la mano destra e disse: ‘Che ruoti in avanti la ruota preziosa; trionfi la ruota preziosa! ‘ La ruota ruotò avanti, poi verso est ed il Re la seguì con il suo esercito. Ora, in quella zona dove la Ruota si era fermata, là il Re si stabilì con l’esercito.

1.9. “Coloro che erano ad est di fronte a lui vennero e dissero: ‘Venga, grande Re. Benvenuto, grande Re. ‘ Il Re disse : “Non dovete uccidere; non dovete prendere ciò che non è dato; non dovete agire in modo improprio seguendo i piaceri sensuali; non dovete mentire; non dovete bere bevande inebrianti; dovete essere moderati nel cibo. ‘ E divennero suoi sudditi.

1.10. “Poi, la ruota si tuffò nell’oceano ad est ed emerse di nuovo. E poi ruotò in avanti in direzione sud.

Coloro che abitavano nella parte sud divennero sudditi del Re. Poi, la ruota si tuffò nell’oceano a sud ed emerse di nuovo. (lo stesso per gli altri punti cardinali)

1.11. “Ora, la ruota preziosa trionfò sulla terra da oceano ad oceano, ritornò nella vera capitale e divenne uno stemma prezioso del palazzo reale. Fu così che la ruota preziosa apparve al Re Mahasudassana.

1.12. “Poi, l’elefante prezioso apparve al Re Mahasudassana, tutto bianco, con poteri sovrannaturali volando attraverso lo spazio, il re degli elefanti chiamato ‘Uposatha. ‘ Quando lo vide, la mente del Re ebbe fiducia e produsse questo pensiero: ‘Sarebbe meraviglioso ammaestrare quest’elefante, se si sottoponesse all’addestramento! ‘ Poi, l’elefante prezioso fu addestrato e addomesticato per lungo tempo. E accadde che il Re lo cavalcò di mattina e dopo aver attraversato la terra intera fino al margine dell’oceano, ritornò alla vera capitale per il pasto della mattina. Fu così che l’elefante prezioso apparve al Re Mahasudassana.

1.13. “Poi, il cavallo prezioso apparve al Re Mahasudassana, tutto bianco con la testa nera e la criniera come l’erba di munja, con poteri sovrannaturali volando attraverso lo spazio, il re dei cavalli chiamato ‘Valahaka ‘. Quando lo vide, la mente del Re ebbe fiducia e produsse questo pensiero: ‘Sarebbe meraviglioso ammaestrare questo cavallo, se lui si sottoponesse all’addestramento! ‘ Poi, il cavallo prezioso fu addomesticato per lungo tempo. E accadde che il Re lo cavalcò di mattina e dopo aver attraversato la terra intera fino al margine dell’oceano, ritornò alla vera capitale per il pasto della mattina. Fu così che il cavallo prezioso apparve al Re Mahasudassana.

1.14. “Poi, il gioiello prezioso apparve al Re Mahasudassana. Il gioiello era uno splendido beryl di acqua pura, con otto sfaccettature e ben tagliato. E accadde che il Re radunò il suo esercito ed incastonò il gioiello in cima alla sua bandiera, appena fatto ciò scomparve l’oscurità della notte. Allora, tutti gli abitanti de villaggi vicini iniziarono a lavorare pensando che fosse giorno. Fu così che il gioiello prezioso apparve al Re Mahasudassana.

1.15. “Poi, la donna preziosa apparve al Re Mahasudassana, una bella donna, attraente e divertente, di suprema bellezza , né molto alta né molto bassa, né molto magra né molto robusta, né molto scura né molto chiara, oltre la bellezza umana, ma non paragonabile alla bellezza divina. Quando faceva freddo il suo corpo era caldo; quando faceva caldo il suo corpo era fresco. Il suo corpo emanava il profumo del sandalo e dalla sua bocca il profumo del loto. Si alzava prima del Re e si coricava dopo di lui. Era servizievole e retta. Mai infedele al Re, nè col pensiero nè col corpo. Fu così che donna preziosa apparve al Re Mahasudassana.

1.16. “Poi, il tesoriere prezioso apparve al Re Mahasudassana. Si avvicinò al Re e disse: “Signore, mi prenderò cura dei vostri averi. ‘ Una volta il Re, con il tesoriere prezioso, stavano navigando il fiume Gange , quindi disse al tesoriere prezioso: ‘Ho bisogno di oro e lingotti, tesoriere. ‘- ‘Fai approdare la nave vicino ai margini del fiume.’ ‘Tesoriere è qui che ho bisogno di oro e lingotti. ‘ Quindi il tesoriere prezioso immerse le mani nell’acqua ed estrasse un recipiente pieno d’oro e lingotti e disse al Re: ‘E’ abbastanza, gentiluomo? E’ abbastanza per te e per i presenti?’. Fu così che il tesoriere prezioso apparve al Re Mahasudassana.

1.17. Poi il prezioso consigliere apparve al Re Mahasudassana, persona saggia, intelligente e sagace, capace di far fare al Re cose degne, di scartare ciò che doveva essere scartato e di stabilire ciò che doveva essere stabilito. Si avvicinò al Re e disse: “Signore, vi metterò al corrente di tutto. ‘ Così il consigliere prezioso apparve al Re Mahasudassana. Quelli erano i sette tesori posseduti dal Re Mhasudassana.

1.18. “Ancora, Ananda, il Re possedeva i quattro poteri. Quali erano? Primo, il Re era bello, attraente ed elegante, e possedeva la bellezza suprema.

1.19. “Secondo, il Re visse molti anni in più di tutti gli altri uomini .

1.20. “Terzo, era immune da malattie e da afflizioni.

1.21. “Quarto, era amato sia dai bramani che dai capifamiglia. Come un padre è amato dai suoi bambini, così il Re era amato dai bramani e dai capifamiglia. Bramani e capifamiglia erano amati dal Re. Come i bambini sono amati dal padre, così i bramani e i capifamiglia erano amati dal Re. Quelli erano i quattro tipi di potere che il Re Mahasudassana possedeva.

1.22. “Poi, il Re Mahasudassana pensò : ‘E se costruissi piscine con fiori di loto fra gli alberi di palme? ‘ E così fece. Le piscine furono coperte con tegole di quattro colori, oro, argento, beryl e cristallo, ogni piscina aveva quattro scalinate, una d’oro, un’altra d’argento, un’altra di beryl ed un’altra di cristallo. E la scalinata d’oro aveva quattro pilastri d’oro con ringhiera e balaustre d’argento, la scalinata d’argento aveva quattro pilastri d’argento e ringhiera e balaustre d’oro, e così le altre.

1.23. ‘E se adornassi ogni piscina con fiori appropriati ? E così fece.

1.24. “I bramani e i capifamiglia, avendo accumulato molta ricchezza, andarono dal Re e dissero: ‘Signore, qui c’è la ricchezza che abbiamo accumulato solo per il Re, per favore l’accetti! ‘ ‘Grazie amici, ma ho già abbastanza ricchezza avuta per legge.’ Avendo ottenuto il rifiuto del Re, pensarono: ‘E se costruissimo una casa per il Re Mahasudassana. ‘ Così andarono dal Re e gli dissero: ‘Signore, costruiremo una casa per te’ – il Re acconsentì.

1.25. “Sakka, cerca di capire il pensiero nella mente del Re Mahasudassana, così chiamarono il servitore Vissakamma: ‘Vieni, Vissakamma, costruisci una casa per il Re Mahasudassana, un palazzo chiamato Dhamma. ‘ ‘Molto bene, Signore. – Vissakamma rispose, e con la stessa velocità con cui un uomo forte può stendere e flettere il suo braccio sparì dal paradiso dei Trentatré e apparve di fronte a Re Mahasudassana, dicendo: ‘Signore, io costruirò una casa per Lei, un palazzo chiamato Dhamma. ‘ Il Re fu d’accordo in silenzio e Vissakamma costruì il Palazzo del Dhamma.

1.26. “Il Palazzo del Dhamma, Ananda, aveva una lega di estensione da est ad ovest e mezza lega di estensione da nord a sud. Il palazzo intero, alto parecchi metri, fu coperto con tegole di quattro colori: oro, argento, beryl e cristallo e conteneva ottantaquattro mila colonne degli stessi colori. Il palazzo aveva ventiquattro scale con gli stessi quattro colori e le scale di oro avevano pilastri di oro con ringhiera e balaustre d’ argento. (uguale al verso 1.23). Il palazzo aveva anche ottantaquattro mila stanze con gli stessi colori. Nella stanza d’oro c’era un sofà d’argento, nella stanza d’argento c’era un sofà d’oro, nella stanza di beryl c’era un sofà d’avorio e nella stanza di cristallo un sofà di sandalo. Nella porta della stanza d’oro c’era la rappresentazione di un albero di palme d’argento, col tronco di argento, foglie e frutti d’oro… Nella porta della stanza di argento c’era la rappresentazione di un albero di palme d’oro, col tronco d’oro le foglie ed i frutti d’argento, nella porta della stanza di beryl c’era la rappresentazione di un albero di palme di cristallo, col tronco di cristallo le foglie ed i frutti di beryl, nella porta della stanza di cristallo c’era la rappresentazione di un albero di palme di beryl, con il tronco di beryl, foglie e frutti di cristallo.

1.27. “Poi, il Re pensò: ‘Ed se fabbricassi una foresta di alberi di palme tutta d’oro di fronte alla porta del grande soggiorno?’ E così fece.

1.28. “Inoltre nel Palazzo del Dhamma c’erano due grate, uno d’oro, un’altra d’argento. Quella d’oro aveva pilastri d’oro, ringhiera e balaustre d’argento e la grata di argento aveva pilastri d’argento, ringhiera e balaustre d’oro.

1.29. “Il Palazzo del Dhamma era circondato da due serie di campane. Una fatta d’oro con campane d’argento, ed un’altra d’argento con campane d’oro. E quando le campane erano mosse dal vento il suono prodotto era piacevole, delizioso, dolce ed inebriante, come se fosse suonato da cinque ottimi musicisti. Licenziosi ed ubriaconi in Kusavati avevano i loro desideri placati dal suono delle campane mosse dal vento.

1.30. “Quando il Palazzo del Dhamma fu finito, era difficile cercarlo, perchè il suo splendore oscurava gli occhi, come nell’ultimo mese della stagione delle piogge, di autunno, quando il cielo è chiaro e senza nubi, ed è difficile guardare il sole che rompe la nebbia, così era il Palazzo del Dhamma.

1.31. “Poi, il Re pensò: ‘E se costruissi una piscina con fiori di loto chiamata Dhamma nei pressi del Palazzo del Dhamma?’ E così fece. La piscina si estendeva per una lega da est ad ovest e mezza lega da nord a sud, e fu coperta con tegole di quattro colori, oro, argento, beryl e cristallo, .. (uguale al verso 1.22).

1.32. “La piscina del Dhamma fu circondata da sette tipi di alberi di palme. Il suono prodotto dalle foglie mosse dal vento era piacevole, delizioso, dolce ed inebriante, ……….(come versi precedenti)

1.33. “Quando il Palazzo del Dhamma e la piscina di Dhamma furono completate, il Re Mahasudassana, avendo soddisfatto i desideri di tutti, andò al Palazzo del Dhamma.”

[Fine del primo racconto]

2.1. “Poi, il Re Mahasudassana pensò: ‘Di quale kamma è il frutto, di quale kamma il risultato, il fatto di essere così forte e potente? ‘ Poi, pensò: ‘E’ il frutto di tre tipi di kamma: della generosità, dell’autocontrollo e della compassione.”

2.2. “Poi, il Re andò nella grande sala e fermandosi vicino alla porta gridò: ‘Che il pensiero dell’avidità cessi! Che cessi il pensiero di crudeltà e cattiva volontà! Che non vi siano più pensieri d’avidità, di cattiva volontà o di crudeltà a tutti voi! ‘
2.3. “Poi, il Re entrò nella grande sala e si sedette a gambe incrociate su un sofà d’oro e abbandonò i piaceri sensuali, abbandonò le cattiva qualità, entrò e dimorò nel primo jhana, caratterizzato dal pensiero applicato e sostenuto, con estasi e piacere nati dal distacco. Abbandonando il pensiero applicato e sostenuto, entrò e dimorò nel secondo jhana, caratterizzato da calma e perfezione interna della mente senza il pensiero applicato e sostenuto, con estasi e piacere nati dalla concentrazione. Abbandonando l’estasi, entrò e dimorò nel terzo jhana, caratterizzato piacere senza estasi, accompagnato da piena presenza mentale, piena coscienza e equanimità. Con la scomparsa completa del piacere, entrò e dimorò nel quarto jhana, né piacere né dolore, con piena presenza mentale e pura equanimità.

2.4. “Poi, il Re, uscì dalla grande sala e si recò nella sala dorata, si sedette a gambe incrociate su un sofà di argento e dimorò permeando il primo quadrante con la mente colma di gentilezza e amore, allo stesso modo il secondo, il terzo, e la sala; così per ogni luogo, per tutti, così per lui, permeò il mondo intero con la mente colma di gentilezza e amore, trascendente, incommensurabile, senza avversione e senza cattiva volontà. E fece lo stesso con la mente colma di compassione, di amore universale e di ‘equanimità.

2.5. “ Il Re Mahasudassana possedeva 84.000 città e la capitale Kusavati era la principale, aveva 84.000 palazzi ed il Palazzo del Dhamma era il principale; aveva 84.000 stanze ed la grande sala era la principale; aveva 84.000 sofà d’oro, argento, avorio, sandalo coperto con piumoni di lana bianca, piumoni ricamati, coperti con baldacchino e cuscini rossi per la testa ed i piedi; aveva 84.000 elefanti adornati con ornamenti d’oro, con bandiere d’oro e coperti con reti d’oro, Uposatha il vero elefante era il principale; faceva abbellire 84.000 carrozze con pelli di leone, di tigre , di leopardo o con ornamenti d’oro, la carrozza Vejayanta era la principale; aveva 84.000 gioielli ed il gioiello prezioso era il principale; aveva 84.000 mogli ed Rainha Subhadda era la principale; aveva 84.000 capifamiglia e lui era il principale; aveva 84.000 Khattiya ed il consigliere prezioso era il principale; aveva 84.000 vacche; 84.000 vestiti di lino eccellente, cotone, seta e lana; aveva 84.000 offerte di riso che era alimento per le persone bisognose, notte e giorno.

2.6. “In quel tempo, gli 84.000 elefanti del Re Mahasudassana lo servirono notte e giorno. E lui pensò: ‘Questi 84.000 elefanti mi servono notte e giorno. Se costruissi una ruota? ‘ E dà istruzioni in quel senso al consigliere prezioso, che subito eseguì l’ordine.

2.7. “Ananda, dopo centinaia di migliaia di anni, Rainha Subhadda pensò: ‘E’ da molto tempo che non vedo il Re Mahasudassana. ‘ Così disse al consigliere prezioso: ‘Amico Consigliere, raggruppa l’esercito con quattro divisioni. E’ da molto tempo che non vediamo il Re Mahasudassana. Andiamo a vederlo ‘ ‘Molto bene, Maestà ‘ – il consigliere prezioso rispose e subito raggruppò l’esercito.

2.9. “Poi, Re Mahasudassana disse ad un uomo: ‘Vai fino alla grande sala, porta fuori il sofà d’oro e mettilo fra gli alberi di palme d’oro. ‘ ‘Molto bene.’ – disse l’uomo, e così fece. Poi, Re Mahasudassana si sdraiò sul lato destro, nella posizione del leone con un piede sull’altro, attento e completamente consapevole.

2.10. “Poi, Rainha Subhadda pensò: ‘Le facoltà del Re Mahasudassana sono calme, limpide e serene. Spero che non sia morto. ‘ Così lo esortò a vivere, ricordandogli tutti i suoi averi e splendori. – ” Delle 84000 città ….. (continua come vv 2.5)

2.11. “Il Re Mahasudassana disse alla Regina: ‘Per molto tempo, Regina, hai detto parole piacevoli e deliziose per me, ma ora sono parole sgradevoli, cattive, dispiacevoli. ‘ – ‘Signore, come dovrei parlare? ‘

‘Così dovresti parlare: “Tutte le cose lieti e seducenti sono soggette al cambiamento e alla scomparsa. Signore, non muoia pieno di desideri. Morire pieno di desideri è doloroso. Delle 84.000 città, Kusavati è la principale: abbandoni il desiderio, abbandoni l’avidità nel vivere là… Dei suoi 84.000 palazzi, il Palazzo del Dhamma è il principale: abbandoni il desiderio, abbandoni l’avidità nel vivere là…” (e così avanti come vv. 2.5)

2.12. “In prospettiva di ciò, il Rainha Subhadda gridò, e scoppiò in lacrime. Poi, asciugandosi le lacrime disse: “Signore, tutte le cose piacevoli e seducenti sono soggette al cambiamento. Signore, non muoia pieno di desideri. Morire pieno di desideri è doloroso.”

2.13. “Poco dopo, il Re Mahasudassana morì e ed ebbe una rinascita favorevole nel mondo di Brahma.

“Durante 84.000 anni il Re Mahasudassana giocò con giochi infantili, durante 84.000 anni si comportò in modo virtuoso; durante 84.000 anni governò il regno; durante 84.000 anni, come un laico visse la vita sacra nel Palazzo del Dhamma. Ed avendo praticato le quattro pure dimore, quando morì, rinacque nel mondo di Brahma.

2.14. “Ora, Ananda, sicuramente penserai: ‘Con certezza, un’altra persona era il Re Mahasudassana in quell’occasione. ‘ Ma non è così. Ero io il Re Mahasudassana in quell’occasione. Quelle 84.000 città fra le quali Kusavati era la principale, erano mie… le 84.000 offerte di riso… erano i miei.

2.15. “E di quelle 84.000 città in una sola ho abitato, Kusavati,… di quelle 84.000 mogli solo una mi stava a cuore …; ecc.

2.16. “Vedi, Ananda, come tutti gli stati condizionati del passato cambiano e scompaiono! Perciò, Ananda, gli stati condizionati sono impermanenti, non ci confortano, perciò Ananda non dobbiamo deliziarci negli stati condizionati, dobbiamo fermare l’interesse per loro e così saremo liberi..

2.17. “Sei volte, Ananda, ricordo di aver lasciato il corpo in questo luogo e alla settima volta come un Monarca che ha girato la ruota, un monarca equo, concordante col Dhamma, conquistatore dei quattro punti cardinali, che aveva stabilito la sicurezza nel suo regno e che possedeva sette tesori. Ma, Ananda, non vedo un luogo in questo mondo, con i suoi dei, Mara e Brahma o in questa popolazione, con i suoi asceti e bramani, principi e persone comuni, dove il Tathagata andrà per l’ottava volta a lasciare il corpo.”

Così disse il Sublime. Ed aggiunse: “Impermanenti sono le cose condizionate, soggette al nascere ed al morire. Essendo apparse, saranno distrutte, il non nascere è la vera beatitudine.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pâli di T.W. Rhys Davids. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

Testo: Digha Nikaya