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Dhammapada: vv. 306 – 423

L’INFERNO

306
Mentire porta sofferenza.
Nascondere azioni disoneste
porta sofferenza.
Queste due forme di inganno
portano gli esseri
a uno stesso stato di afflizione.

307
Chi indossa
l’abito del rinunciante
e tuttavia nutre il male
e non ha freno
si muove verso uno stato doloroso.

308
Per un rinunciante
è meglio inghiottire ferro rovente
che vivere di offerte
disonestamente ottenute.

309
Ripetuta tristezza,
sonno tormentato,
biasimo e rimorso
sono la sorte dell’adultero.

310
Breve è la gioia
mista a timore della coppia di adulteri;
non porta che a dolorose conseguenze.

311
Anche un filo d’erba maneggiato male
può ferirti la mano;
così la vita del rinunciante
fa male a chi la vive in modo sbagliato.

312
Le azioni fatte in modo negligente,
le pratiche compiute senza purezza,
la vita santa vissuta in modo iniquo
sono di poco o nessun beneficio.

313
Se devi fare qualcosa
falla bene
con energia e devozione;
la vita del rinunciante condotta svogliatamente
non fa che alzare polvere.

314
E’ meglio non compiere
azioni nocive
perché portano sempre rimorso.
Meglio compiere azioni non dannose
perché non ne seguirà pentimento.

315
Come accuratamente si difende
una città di confine
proteggi te stesso
dai pericoli interni ed esterni:
costruisci le tue difese in tempo e con saggezza.
Se non ci si mette all’opera
al momento giusto
ne deriverà profonda infelicità.

316
Opinioni distorte
che creano vergogna
per ciò che vergognoso non è
o indifferenza
per ciò di cui andrebbe provata vergogna
precipitano gli esseri in un inferno.

317
Opinioni distorte
che creano paura
verso ciò che non è da temere
o indifferenza
di fronte a ciò che andrebbe temuto
precipitano gli esseri in un inferno.

318
Opinioni distorte
che additano come giusto ciò che è sbagliato
e sbagliato ciò che è giusto
portano gli esseri alla disgregazione.

319
La chiara visione che riconosce
ciò che è guasto come guasto
e ciò che è puro come puro
porta gli esseri a trascendere l’infelicità.

L’ELEFANTE

320
Come un elefante in battaglia
resiste alle frecce
io scelgo di tollerare
gli attacchi verbali degli altri.

321
Cavalli ben addestrati
sono fidati anche nella ressa
e degni di essere montati dai re.
Gli individui che hanno addestrato se stessi
a tollerare la violenza
sono ovunque preziosi.

322
Ci colpiscono i cavalli e gli elefanti
ben addestrati
ma più toccanti
sono gli esseri
che hanno domato se stessi.

323
Non su un animale ben addestrato
puoi cavalcare
verso la terra della liberazione,
puoi raggiungerla solo
sulla ben addestrata
cavalcatura di te stesso.

324
Un elefante selvaggio
catturato, legato e in calore
diventa agitato e incontrollabile,
non tocca cibo,
brama solo di tornare a casa nella foresta.

325
Solo lo stolto mangia troppo
e indulge alla pigrizia
e torpido sguazza
nel sonno come un enorme maiale:
tutto ciò predice nuova sofferenza.
326
La mia mente un tempo
selvaggia e indisciplinata
vagava dove voleva;
ora la tengo a freno
come il mahout col suo bastone uncinato
controlla un elefante in calore.

327
Come un elefante con risolutezza
si trascina fuori da un pantano
elévati con l’ispirazione
dell’attenzione coltivata.

328
Se trovi un compagno sincero
che coltiva integrità e saggezza
supererai tutti i pericoli
in gioiosa e affettuosa compagnia.

329
Ma se non trovi
un amico sincero
che coltiva integrità e saggezza
allora, come un re che lascia
una terra conquistata
o un elefante che vaga solitario nella foresta,
procedi in solitudine.

330
Un’innocente vita solitaria
vissuta con agio
come il solitario elefante nella foresta
è meglio della vana
compagnia degli stolti.

331
La gioia sorge
dalla tempestiva compagnia di amici.
La gioia sorge
dall’avere poche esigenze.
La gioia sorge
dalla virtù accumulata alla fine di una vita.
La gioia sorge
dal vedere al di là della sofferenza.

332
La gioia sorge
dal servire equamente i propri genitori.
La gioia sorge
dal dare sostegno ai rinuncianti.
La gioia sorge
dall’onorare gli esseri risvegliati.

333
La gioia sorge
dal coltivare la virtù anche in vecchiaia.
La gioia sorge
dal coltivare una fede che ha fondamento.
La gioia sorge con la chiara visione.
La gioia sorge
dal rinunciare al male.

IL RINUNCIANTE

360
E’ giusto disciplinare lo sguardo.
E’ giusto disciplinare l’udito.
E’ giusto disciplinare l’odorato.
E’ giusto disciplinare la lingua.

361
E’ giusto essere disciplinati nel corpo.
E’ giusto essere disciplinati nella parola.
E’ giusto essere disciplinati nella mente.
E’ giusto essere disciplinati
in tutto.
Il rinunciante che disciplina
ogni suo aspetto realizza la libertà
dalla sofferenza.

362
Chi rettamente si disciplina
in tutte le azioni,
chi è raccolto,
appagato e gioisce
della contemplazione in solitudine:
questi è un rinunciante.

363
E’ gradevole ascoltare
le parole di un rinunciante
saggio, non tronfio
la mente raccolta
la parola contenuta
e chiara nel significato.

364
Chi dimora nel Dhamma
chi nel Dhamma trova gioia
chi contempla il Dhamma
chi affida alla memoria il Dhamma
non perde la Via.
365
Lamentarsi della propria sorte
o invidiare i privilegi degli altri
ostacola la pace della mente.

366
Viceversa: contento
anche con poco
puro nel modo di vivere e vitale
sei da tutti tenuto in grande stima.

367
I veri rinuncianti
considerano l’interezza di corpo e mente
non sfiorati da pensieri di “io” o “mio”
e privi di desiderio
per ciò che non possiedono.

368
Il rinunciante
che dimora nella gentilezza amorevole
con cuore devoto
all’insegnamento del Buddha
incontra pace, silenzio e beatitudine.

369
Vuota l’acqua dalla tua barca,
liberati dalle inquinanti passioni
della brama e dell’odio:
disincagliato salpa
verso la liberazione.

370
Chi ha disinnescato
i rozzi attaccamenti
e gli attaccamenti sottili
chi coltiva le facoltà spirituali
scopre la libertà
dalla confusione.

371
Vigila!
Non trascurare la meditazione,
non permettere alla mente
di intrattenere pensieri sensuali,
guardati dall’inghiottire per distrazione
una palla di ferro rovente
per poi gridare:
“Perché soffro?”.

372
La concentrazione non sorge
senza comprensione,
la comprensione non si affaccia
senza concentrazione.
Chi le conosce entrambe
si avvicina alla liberazione.

373
Una felicità che trascende la gioia ordinaria
conoscono i rinuncianti
che si ritirano in solitudine
con cuore tranquillo
e chiara comprensione della Via.

374
Quando i saggi dimorano
nella contemplazione
della natura impermanente
del corpo e della mente
e di tutta l’esistenza condizionata
provano gioia e contentezza
penetrando fino
a ciò che è intrinsecamente sicuro.

375-376
Questi sono i primi passi
nel cammino di un rinunciante:
regola in modo saggio le tue facoltà,
impegnati nel tirocinio,
appagati di quel che hai,
cerca la compagnia
di chi nutre la tua aspirazione
a praticare con entusiasmo gli insegnamenti.
La bellezza di un comportamento puro
genera pieno benessere
grazie alla completa
libertà dal rimorso.

377
Come i fiori appassiti cadono
dal gelsomino
lascia cadere
passione e odio.

378
Pacificato lo definisco
uno che è tranquillo nel corpo,
nella parola, nella mente
e si è purificato interamente
di tutte le ossessioni mondane.

379
Scruta te stesso.
Esamina te stesso.
Se fai saggia attenzione
nel valutare te stesso
vivrai con scioltezza.

380
Siamo noi la nostra protezione,
proprio noi siamo il nostro rifugio:
come potrebbe essere altrimenti?
Dunque con adeguata premura
prendiamoci cura di noi stessi.

381
Un monaco, una monaca che coltivi
un’attitudine gioiosa
e riponga piena
fiducia nella Via
incontra pace, silenzio, beatitudine.

382
Seppure giovane, un rinunciante
devoto alla Via con tutto se stesso
illumina il mondo
come la luna che sbuca dalle nuvole.

GRANDE ESSERE

383
Con impegno interrompi
la corrente del desiderio
e abbandona le passioni dei sensi;
riconoscendo i limiti
di tutto ciò che ha una forma
realizza l’increato.

384
Le catene di ogni schiavitù si spezzano
per chi vede chiaramente
e sa bene che siano
concentrazione e visione intuitiva.

385
Grande è l’essere
che non si ferma su questa sponda
né sull’altra
né su sponda alcuna.
Un essere così non è legato da nulla.

386
Grande è l’essere
che dimora con agio in solitudine,
il cuore libero
da macchia,
completato il cammino,
purificato da ogni tendenza coercitiva,
sveglio.

387
Di giorno brilla il sole
la luna brilla di notte.
Ma giorno e notte
risplende il Buddha
nella gloria della luce.
388
Un grande essere
è chi ha trasformato il male.
Contemplativo
è uno che vive in pace.
Rinunciante
è chi abbandona l’impurità.

389
La non rivalsa
è la caratteristica di un grande essere.
Egli non origina rabbia.
Se viene aggredito,
non fa parte della sua natura reagire.

390
La libertà dalla sofferenza è pari
alla libertà dall’intenzione
di causare dolore.
Non c’è vera grandezza
se non c’è dominio sulla rabbia.

391
Chi si astiene dal provocare sofferenza
attraverso il corpo, la parola e la mente
è un essere degno di rispetto.

392
Devozione e rispetto
è naturale offrire
a chi ci ha rivelato la Via.

393
Nessuno è da considerarsi
degno di rispetto
a causa della sua nascita o della sua cultura
o di qualsiasi altra qualità esteriore.
E’ la purezza,
la comprensione della verità
che decide di qualcuno il merito.

394
Ornamenti esteriori
e pensieri apparentemente spirituali
sono irrilevanti
se all’interno regna la confusione.

395
Non preoccuparsi
dell’aspetto esteriore
ma impegnarsi
intensamente e fermamente nella pratica
fanno la grandezza.

396
Nessuno è nobile
per eredità.
Nobiltà è ripulire se stessi
da tutti i veleni
e gli attaccamenti.

397
Chi si è liberato da ogni schiavitù
e ha raggiunto l’assenza di paura
chi è al di là degli attaccamenti
e delle corruzioni
lo riconosco come un grande essere.

398
Chiunque tagli i lacci dell’odio,
sciolga i nodi del desiderio,
distrugga le chiuse delle false opinioni,
spalanchi le porte dell’ignoranza
e guardi in faccia la verità,
lo riconosco come un essere grande.

399
La forza della pazienza
è la risorsa degli esseri nobili:
possono venire incatenati,
sopportare attacchi fisici e verbali
senza abbandonarsi alla rabbia.

400
Chi è libero dalla rabbia,
padrone di sé con naturalezza, virtuoso,
esperto nella pratica
ed è andato al di là della rinascita
lo chiamo un essere grande.

401
Come l’acqua scivola da una foglia di loto
i piaceri dei sensi
non aderiscono
a un grande essere.

402
Chi conosce la libertà
di aver abbandonato
il fardello dell’attaccamento
al corpo-mente
lo chiamo un grande essere.

403
Chi ha profonda saggezza
chi vede ciò che si accorda
e non si accorda con la Via
chi ha raggiunto
il picco del possibile
lo chiamo un grande essere.

404
Chi non è attaccato alla compagnia
sia di laici che di monaci
e vive libero da desideri
o ansie di qualsivoglia sicurezza
è un essere grande.

405
Chi ha rinunciato
all’uso della forza
nel rapporto con gli altri
deboli o forti che siano
chi non uccide
né dà motivo di essere ucciso
è da ritenere un grande essere.

406
Chi resta amichevole
fra gli ostili
in pace fra gli aggressivi
e non si aggrappa a ciò
da cui gli altri dipendono
è un essere grande.

407
Per un essere grande
passione e malevolenza
arroganza e presunzione
cadono
come un minuscolo seme cadrebbe
dalla punta di un ago.

408
Grande è colui
che dice la verità
che offre delicato incoraggiamento
che non polemizza con nessuno.

409
Le azioni di un essere grande sono pure.
Mai prende per sé
intenzionalmente
ciò che appartiene a un altro.

410
Il cuore di un essere grande è libero.
I grandi esseri non bramano più
le cose di questo mondo
o di un qualunque altro mondo.

411
Il cuore di un essere grande è libero.
Con accurata comprensione
che va oltre ogni dubbio
ha stabile accesso
alla terra della liberazione.

412
Grande è l’essere
che ha trasceso
i vincoli del bene e del male
che è purificato
e libero dal dolore.

413
L’essere libero
da ogni desiderio
come la luna in un cielo senza nuvole
puro, limpido e sereno
lo chiamo grande.

414
Ci sono esseri
che percorrono l’arduo sentiero
che passa per la rischiosa palude
delle passioni corrosive
attraversano l’oceano dell’illusione
l’oscurità dell’ignoranza
e vanno oltre.
Hanno come sostegno
la saggia contemplazione
come rifugio la libertà dal dubbio
sono liberati:
questi sono per me esseri grandi.
415
E’ grande l’essere che
avendo messo un freno al desiderio
per il piacere dei sensi
vive la vita del senza casa
e ottiene la libertà
dal desiderio
e dall’incessante divenire.

416
E’ grande l’essere che
avendo messo un freno alla smania di avere
vive la vita del senza casa
e ottiene la libertà
dalla smania di avere
e dall’incessante divenire.

417
E’ grande l’essere che
vede in trasparenza le gioie ordinarie
come pure i piaceri sottili
per liberarsi dall’ attaccamento.

418
Chi smette
di contrapporre il mi piace al non mi piace
chi si è acquietato
chi non è influenzato
dalle condizioni del mondo
lo chiamo un grande essere.

419
Grande è l’essere
che comprende pienamente
lo svanire e il sorgere degli esseri
che resta consapevole
non attaccato, sveglio
conscio in ogni momento
del saggio modo di agire.

420
Inconcepibile è la condizione
di un grande essere dopo la morte:
non resta traccia di passioni.
E’ puro.

421
Chiunque viva libero
dalle abitudini ad attaccarsi
al passato, al presente o al futuro
senza nulla possedere
è un essere grande.

422
Un grande essere non conosce paura, come un toro,
nobile, forte, saggio, diligente
vede in trasparenza le illusioni
è limpido, vigile e sveglio.

423
Essenza di un grande essere
è comprendere ogni dimensione
dell’esistenza passata
vedere con precisione tutti i mondi
raggiungere la fine delle rinascite
conoscere con profonda chiarezza
tutto ciò che è da conoscere
liberare il cuore dall’ignoranza.

Libera traduzione in inglese di Ajahn Munindo. Traduzione in italiano di Chandra Candiani.

TestoDhammapada