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AN 3.71: Channa Sutta – A Channa, l’asceta errante

Una volta il Beato soggiornava presso Savatthi nel Boschetto di Jeta, nel convento di Anathapindika. Allora Channa l’asceta errante, si recò dal Ven. Ananda e, appena giunto, scambiò cortesi saluti con lui. Dopo uno scambio di saluti amichevoli e cortesi, si sedette ad un lato. Appena seduto, disse al Ven. Ananda: “Anche voi, amico Ananda, sostenete l’abbandono dell’avidità? Sostenete l’abbandono dell’avversione? Sostenete l’abbandono dell’illusione? “

“Sì, amico, sosteniamo l’abbandono dell’avidità, dell’avversione e dell’illusione.”

“Ma, amico Ananda, vedendo i pericoli nell’avidità, sostenete l’abbandono dell’avidità? Vedendo i pericoli nell’avversione sostenete l’abbandono dell’avversione? Vedendo i pericoli nell’illusione sostenete l’abbandono dell’illusione? “

“Una persona avida, con la mente limitata, sopraffatta dall’avidità, brama a proprio danno, a danno di altri, a danno di entrambi. Sperimenta sofferenza mentale e dolore. Ma avendo abbandonato l’avidità, non brama a suo danno, non brama a danno di altri, non brama a danno di entrambi. Non sperimenta sofferenza mentale o dolore.

“Una persona avida, con la mente limitata, sopraffatta dall’avidità, assume una cattiva condotta fisica, una cattiva condotta verbale, una cattiva condotta mentale. Ma abbandonando l’avidità, egli non assume una cattiva condotta fisica, verbale e mentale.

“Una persona avida, con la mente limitata, sopraffatta dall’avidità, non discerne, come è la realtà, a suo beneficio, a beneficio degli altri, a beneficio di entrambi. Ma abbandonando l’avidità, egli discerne, come è la realtà, a suo beneficio, a beneficio degli altri, a beneficio di entrambi.

“L’avidità, amico mio, ti rende cieco, ti rende ignorante. Provoca la cessazione della conoscenza, porta guai e non conduce all’Illuminazione.

“Una persona con avversione, con la mente limitata, sopraffatta dall’avversione, brama a proprio danno, a danno di altri, a danno di entrambi. Sperimenta sofferenza mentale e dolore. Ma avendo abbandonato l’avversione, non brama a suo danno, non brama a danno degli altri, non brama a danno di entrambi. Non sperimenta sofferenza mentale o dolore.

“Una persona con avversione, con la mente limitata, sopraffatta dall’avversione, assume una cattiva condotta fisica, una cattiva condotta verbale, una cattiva condotta mentale. Ma abbandonando l’avversione, egli non assume una cattiva condotta fisica, verbale e mentale.

“Una persona con avversione, con la mente limitata, sopraffatta dall’avversione, non discerne, come è la realtà, a suo beneficio, a beneficio degli altri, a beneficio di entrambi. Ma abbandonando l’avversione, egli discerne, come è la realtà, a suo beneficio, a beneficio degli altri, a beneficio di entrambi.

“L’avversione, amico mio, ti rende cieco, ti rende ignorante. Provoca la cessazione del discernimento, porta guai e non conduce all’Illuminazione.

“Una persona piena d’illusione, con la mente limitata, sopraffatta dall’illusione, brama a proprio danno, brama a danno degli altri, brama a danno di entrambi. Sperimenta sofferenza mentale e dolore. Ma abbandonando l’illusione, non brama a proprio danno, a danno degli altri, a danno di entrambi. Non sperimenta sofferenza mentale o dolore.

“Una persona piena d’illusione, con la mente limitata, sopraffatta dall’illusione, assume una cattiva condotta fisica, una cattiva condotta verbale, una cattiva condotta mentale. Ma abbandonando l’illusione, non assume una cattiva condotta fisica, verbale e mentale.

“Una persona piena d’illusione, con la mente limitata, sopraffatta dall’illusione, non discerne, come è la realtà, a proprio beneficio, a beneficio degli altri, a beneficio di entrambi. Ma abbandonando l’illusione, lui discerne, come è la realtà, a proprio beneficio, a beneficio degli altri, a beneficio di entrambi.

“L’illusione, amico mio, ti rende cieco, ti rende ignorante. Provoca la cessazione del discernimento, porta guai, e non conduce all’Illuminazione.

“Vedendo questi svantaggi nell’avidità, sosteniamo l’abbandono dell’avidità. Vedendo questi pericoli nell’avversione, sosteniamo l’abbandono dell’avversione. Vedendo questi pericoli nell’illusione, sosteniamo l’abbandono dell’illusione.”

“Ma c’è, amico mio, un percorso per abbandonare l’avidità, l’avversione e l’illusione? “

“Sì, amico mio, c’è un percorso, c’è un modo per abbandonare l’avidità, l’avversione e l’illusione.”

“E qual è questo percorso, amico mio? “

“Solo il nobile ottuplice sentiero: retta visione, retta risoluzione, retta parola, retta azione, retto sostentamento, retto sforzo, retta consapevolezza, retta concentrazione. Questo è il percorso, questo è il modo per abbandonare l’avidità, l’avversione e l’illusione.”

“È un percorso di lieto auspicio, amico Ananda, è un modo di lieto auspicio che ti fa abbandonare l’avidità, l’avversione e l’illusione—con la piena presenza mentale.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya