Skip to content

AN 2.5: Appativana Sutta – Ostinatamente

“Monaci, ho conosciuto due qualità attraverso l’esperienza: l’insoddisfazione rispetto alle qualità tecniche (in altre parole, non bisogna accontentarsi delle singole qualità tecniche raggiunte, ma perseverare per raggiungere la suprema meta) ed un esercizio ostinato. In maniera implacabile mi sono esercitato, [pensando], “Con gioia lasciai la carne ed il sangue asciugarsi nel mio corpo, lasciando appena la pelle, i tendini, e le ossa, ma se non ho ottenuto ciò che può essere raggiunto attraverso l’umana fermezza, l’umana perseveranza, l’umana tenacia, non devo allentare il mio sforzo.’ Così vigile raggiunsi il Risveglio. Attraverso questa attenzione ottenni l’insuperata libertà da ogni vincolo.
“Anche voi, monaci, dovreste esercitarvi ostinatamente [pensando], “Con gioia lasciamo la carne ed il sangue asciugarsi nel nostro corpo, lasciando appena la pelle, i tendini, e le ossa, ma se non abbiamo ottenuto ciò che può essere raggiunto attraverso l’umana fermezza, l’umana perseveranza, l’umana tenacia, non dobbiamo allentare il nostro sforzo.” Anche voi, fra non molto, raggiungerete e dimorerete nella suprema meta della vita santa, per cui si è lasciati la casa per intraprendere il sentiero di pratica, ottenendo la suprema conoscenza in questa stessa esistenza.
“Perciò in questo modo dovete esercitarvi: “Ci eserciteremo ostinatamente [pensando], “Con gioia lasciamo la carne ed il sangue asciugarsi nel nostro corpo, lasciando appena la pelle, i tendini, e le ossa, ma se non abbiamo ottenuto ciò che può essere raggiunto attraverso l’umana fermezza, l’umana perseveranza, l’umana tenacia, non dobbiamo allentare il nostro sforzo.” Così dovete esercitarvi.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.