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AN 11.1: Kimattha Sutta – Qual è lo scopo?

Così ho sentito. Una volta, il Tathâgata viaggiava nelle province del Kosala, con un gruppo di discepoli, arrivò a Veludvara, un villaggio di bramani. Gli abitanti di Veludvàra, bramani capifamiglia appresero che il sadhu Gotama, figlio dei maya che aveva abbandonato la sua famiglia per intraprendere l’ascetismo, viaggiando nelle province del Kosala, era giunto a Veludvàra. Difatti, una buona reputazione si era diffusa nei riguardi del tathâgata Gotama: “E’ il Tathâgata, l’arahatt perfettamente e pienamente risvegliato, perfetto in saggezza ed condotta, raggiunto il suo scopo, conoscitore dei mondi, incomparabile guida degli esseri che devono essere guidati, maestro di dei ed uomini, il Buddha, il tathâgata. Avendo conosciuto personalmente questo mondo, coi suoi dei, i suoi Màra, i suoi Brahma, le sue comunità di asceti e bramani, i suoi esseri celesti ed uomini, lo fa conoscere. Insegna la dottrina, buona all’inizio, buona nel mezzo, buona alla fine, buona nella lettera e nello spirito, ed esalta la pura condotta perfettamente piena e perfettamente pura. Incontrare un tale arahant è veramente una fortuna. “

I bramani capifamiglia, abitanti di Veludvara, resero visita al tathâgata. Arrivando, alcuni resero omaggio al tathâgata, per poi sedersi in disparte ad un lato. Altri scambiarono con lui parole cortesi, per poi sedersi in disparte ad un lato. Alcuni, a mani giunte, si prostrarono verso il Tathâgata, per poi sedersi in disparte ad un lato. Altri ancora, dopo aver dichiarato i loro nomi ed i loro cognomi, si sedettero in disparte ad un lato. Altri ancora, si sedettero in disparte ad un lato rimanendo in silenzio.

Appena seduti in disparte ad un lato, i bramani capifamiglia, abitanti di Veludvara, si rivolsero al Tathâgata e dissero: “Venerabile Gotama, siamo delle persone che hanno tali desideri, tali speranze, tali intenzioni come: “vivere con molti bambini”, “utilizzare il sandalo di Bénarès”, “indossare ghirlande, profumi e unguenti”, “accettare oro e denaro”, “rinascere nelle destinazioni felici, negli stati celesti, dopo la dissoluzione del corpo, dopo la morte”, vi chiediamo, Venerabile Gotama di insegnarci una dottrina secondo la quale potremmo vivere con tali desideri, tali speranze, tali intenzioni come: “vivere con molti bambini”, “utilizzare il sandalo di Bénarès “, “ indossare ghirlande, profumi e unguenti”, “accettare oro e denaro”, “rinascere nelle destinazioni felici, negli stati celesti, dopo la dissoluzione del corpo, dopo la morte.”

Il Tathâgata disse: “Capifamiglia, vi insegnerò uno stile di vita che procura a tutti un profitto. Ascoltate e state attenti.”

“Va bene, Venerabile Gotama.” – risposero i bramani capifamiglia, abitanti di Veludvàra. Il Tathâgata disse: “Qual è, capifamiglia, lo stile di vita che procura a tutti un profitto? Immaginiamo, capifamiglia, che il discepolo del nobile così riflettesse: ‘ Amo la vita e non voglio morire. Amo la gioia ed inorridisco ai dolori. Se sono privato della vita da qualcuno, non è piacevole per me. Così, se privo qualcun altro della sua vita, non sarà piacevole per lui, perché non vuole morire, egli ama la gioia e ripugna i dolori. Così, se non è piacevole per me, non è piacevole per qualcun altro. Dunque, se non è piacevole per me, come posso infliggerlo a qualcun altro?” “Il risultato di una tale riflessione è che il discepolo del nobile si astiene dall’uccidere gli esseri viventi. Incoraggia gli altri ad astenersi dall’uccidere gli esseri viventi. Parla e elogia una tale rinuncia. Così, per quanto riguarda la condotta del suo corpo, è completamente puro. ‘

Ed ancora, capifamiglia, immaginiamo che il discepolo del nobile così riflettesse: “Se qualcuno prendesse, con l’intenzione di rubarla, una cosa che mi appartiene e che non gli ho dato, non sarebbe piacevole per me. Se prendessi, con l’intenzione di rubarla, una cosa che appartiene a qualcun altro che non mi ha dato, non sarebbe piacevole per lui. Così, se non è piacevole per me, non è piacevole per qualcun altro. Dunque, se non è piacevole per me, come posso infliggerlo a qualcun altro?” “Il risultato di una tale riflessione è che il discepolo del nobile si astiene dal prendere ciò che non gli è dato. Incoraggia gli altri ad astenersi dal prendere ciò che non gli è dato. Parla e elogia una tale rinuncia. Così, per quanto riguarda la condotta del suo corpo, è completamente puro.”

Ed ancora, capifamiglia, immaginiamo che il discepolo del nobile così riflettesse: “Se qualcuno avesse delle relazioni sessuali con le mie donne, non sarebbe piacevole per me. Se avessi delle relazioni sessuali con le donne di qualcun altro, non sarebbe piacevole per lui. Così, se non è piacevole per me, non è piacevole per qualcun altro. Dunque, se non è piacevole per me, come posso infliggerlo a qualcun altro?” “Il risultato di una tale riflessione è che il discepolo del nobile si astiene da relazioni sessuali illecite. Incoraggia gli altri ad astenersi da relazioni sessuali illecite. Parla e elogia una tale rinuncia. Così, per quanto riguarda la condotta del suo corpo, è completamente puro.

Ed ancora, capifamiglia, immaginiamo che il discepolo del nobile così riflettesse: “Se qualcuno iniziasse a mentire, non sarebbe piacevole per me. Se iniziassi a mentire a qualcun altro, non sarebbe piacevole per lui. Così, se non è piacevole per me non è piacevole per qualcun altro. Dunque, se non è piacevole per me, come posso infliggerlo a qualcun altro?” “Il risultato di una tale riflessione è che il discepolo del nobile si astiene dal dire menzogne. Incoraggia gli altri ad astenersi dal dire menzogne. Parla e elogia una tale rinuncia. Così, per quanto riguarda la sua condotta verbale, è completamente puro.”

Ed ancora, capifamiglia, immaginiamo che il discepolo del nobile così riflettesse: “Se qualcuno mi separasse dai miei amici per calunnia, non sarebbe piacevole per me. Se separassi un altro dai suoi amici per calunnia, non sarebbe piacevole per lui. Così, se non è piacevole per me, non è piacevole per qualcun altro. Dunque, se non è piacevole per me, come posso infliggerlo a qualcun altro?” “Il risultato di una tale riflessione è che il discepolo del nobile si astiene dal dire parole calunniose. Incoraggia gli altri ad astenersi dal dire parole calunniose. Parla e elogia una tale rinuncia. Così, per quanto riguarda la sua condotta verbale, è completamente puro.”

Ed ancora, capifamiglia, immaginiamo che il discepolo del nobile così riflettesse: Se qualcuno non smettesse di parlarmi di cose inutili, di dire parole futili, non sarebbe piacevole per me. Se non smettessi di parlare di cose inutili, di dire parole futili, non sarebbe piacevole per loro. Così, se non è piacevole per me, non è piacevole per qualcun altro. Dunque, se non è piacevole per me, come posso infliggerlo a qualcun altro?” Il risultato di una tale riflessione è che il discepolo nobile si astiene dal dire parole insensate e futili. Incoraggia gli altri ad astenersi dal dire parole insensate e futili. Parla e elogia una tale rinuncia. Così, per quanto riguarda la sua condotta verbale, è completamente puro.”

Inoltre, il discepolo del nobile possiede una serena fede per il Buddha, riflettendo: “Il Tathâgata, l’arahat, e perfettamente risvegliato, perfetto in saggezza e condotta, Sublime, Conoscitore dei mondi, l’incomparabile Guida degli esseri che devono essere guidati, maestro di dei e di uomini, il Buddha, il Sugata”.

Inoltre, il discepolo del nobile possiede una serena fede per l’insegnamento, riflettendo: “Ben esposto dal Tathâgata è l’insegnamento, dà dei risultati in questa vita, è immediato, invita alla conoscenza, conduce alla perfezione, è comprensibile per i saggi personalmente.

Inoltre il discepolo del nobile possiede una serena fede per la comunità, riflettendo:

La comunità dei discepoli del Tathâgata è di perfetta condotta, la comunità dei discepoli del Tathâgata è di retta condotta, la comunità dei discepoli del Tathâgata è di condotta conforme alla buona creanza; sono in effetti i quattro paia di esseri: gli otto esseri. Tale è la comunità dei discepoli del Tathâgata, degna di offerte, degna di ospitalità, degna di doni, degna di rispetto; il più grande campo di merito per il mondo.”

Oramai, capifamiglia, poiché il discepolo del nobile ha colmato queste sette condizioni e questi quattro punti favorevoli, se lo vuole, può dichiarare con certezza: “La via verso l’inferno è stata recisa, la via verso le nascite animali è stata recisa, la via verso il mondo degli spiriti famelici è stata recisa, la via verso i mondi infelici, verso la sofferenza, verso le cattive destinazioni è stata recisa: sono entrato nella corrente. Non sono più destinato a rinascere. Sono destinato a raggiungere lo stato del risveglio.”

Quindi, i bramani capifamiglia, abitanti di Veludvara, dissero al Tathâgata: “Magnifico, Maestro Gotama! Straordinario! Proprio come se si rivoltasse ciò che era capovolto, rivelare ciò che era nascosto, mostrare la via a chi si era smarrito, o recare una luce nell’oscurità in modo che chi ha occhi possa vedere le forme, allo stesso modo il Maestro Gotama — con vari metodi — ha reso chiaro il Dhamma. Noi prendiamo rifugio nel Maestro Gotama, nel Dhamma e nella comunità dei monaci. Possa il maestro Gotama accettarci come seguaci laici che hanno preso in lui rifugio, da questo giorno e per tutta la vita.”

Traduzione in Inglese dalla versione Pali di Thanissaro Bhikkhu. Tradotto in italiano da Enzo Alfano.

TestoAnguttara Nikaya